(due poesie di Alejandra Pizarnik (1936-1972) dalla raccolta “Árbol de Diana”, trad. Maria G. Di Rienzo. Alejandra faceva parte di una famiglia ebrea ucraina in fuga dal nazismo e nacque in Argentina. A partire dall’adolescenza cominciò ad averi problemi con la propria immagine – si sentiva orribilmente “brutta” – e divenne assuefatta alle amfetamine nel tentativo di rendere il proprio corpo rispondente ai canoni di “bellezza” femminile. E’ morta suicida. Nonostante ciò, i suoi lavori riflettono costantemente lo spirito sfrontato e indomabile che aveva mostrato sin da bambina. Durante la dittatura in Argentina la lettura delle sue poesie era proibita. Un documentario sulla vita di Alejandra, del 2013, è visibile in lingua spagnola e sottotitoli in inglese qui: https://vimeo.com/62036418 )
(23, senza titolo)
Uno sguardo dal tombino
può diventare una visione del mondo
La ribellione consiste nell’osservare una rosa
sino a che i tuoi occhi si riducono in polvere
(Orologio)
Signora piccolissima
inquilina nel cuore di un uccello
esce all’alba per pronunciare una sola sillaba
NO