(tratto da: “Former IS Woman Combats Online Radicalization in Indonesia”, di Sirwan Kajjo e Rio Tuasika, 26 dicembre 2019, trad. e adattamento Maria G. Di Rienzo.)
Naila Syafarina – in immagine sopra – aveva 19 anni quando si trasferì con la famiglia in Siria nel 2015. Tutto ebbe inizio quando sua sorella minore cominciò a cercare letture religiose su internet e più tardi ebbe a conoscere qualcuno online che la persuase ad andare in Siria.
La sorella ebbe successo nel convincere la famiglia a trasferirsi. Ma la vita sotto il dominio dello stato islamico (IS) era completamente differente da quella che era stata promessa online. Determinati a fuggire dalla terribile realtà siriana, Naila Syafarina e i suoi riuscirono a tornare in Indonesia nel 2017.
Syafarina, ora 23enne, assieme a diversi giovani indonesiani che si erano uniti all’IS, sta facendo campagna fra la gioventù contro i pericoli della radicalizzazione online, giacché essa è una delle principali preoccupazioni da alcuni anni in Indonesia, il più grande paese musulmano al mondo.
“Cercate una seconda e una terza opinione. Dopo di che, non accettate tutto di colpo, continuate a pensare in modo critico.” consiglia Syafarina, aggiungendo che molti versetti nel Corano chiedono alle persone di riflettere.
Ci sono circa 600 persone di nazionalità indonesiana che sono tornate a casa dopo essersi unite allo stato islamico in Siria, secondo la rete di ong “Società civile contro l’estremismo violento” (C-SAVE). “Fra esse, circa il 20% è pronto a reinserirsi nella società. – spiega Mira Kusumarini (in immagine sotto), direttrice di C-SAVE – E’ più facile lavorare con quelli che sono tornati, poiché hanno visto con i loro occhi che le promesse erano false, che la realtà era davvero diversa da ciò che la propaganda dell’ISIS dice. Facebook è il canale preferito dagli estremisti per individuare possibili adepti. Poi i contatti proseguono su canali privati come Telegram.”
Naila Syafarina crede che un modo efficace di contrastare l’estremismo nei giovani sia l’incoraggiare il dialogo fra le fedi: “Continuate a impegnarvi in conversazioni con altre persone, in special modo con quelle che appartengono a una differente etnia e hanno una differente religione. Questo è ciò che apre le nostre menti.”