Probabilmente la direzione di “Ernst and Young”, uno dei più grandi studi di consulenza e revisione fiscale al mondo – 270.000 dipendenti, non aveva capito bene. Quando chiediamo di affrontare la discriminazione e la violenza di genere nel mondo del lavoro e di cancellare la cultura sessista che produce entrambe, non è necessario improvvisare interventi, rovinarsi la reputazione e finire sulle pagine dei giornali in tutto il mondo (a partire dall’articolo di Emily Peck, HuffPost) ad ulteriore proprio discredito: ci sono ovunque ricercatrici, docenti, trainer, attiviste femministe che possono efficacemente spiegarvi la faccenda e organizzare seminari per voi.
I ritagli che vedete qui sopra vengono invece dalle 55 pagine di indecenti stupidaggini che EY ha somministrato alle sue impiegate, con lo scopo dichiarato di “potenziare” la loro posizione all’interno della ditta. In sintesi, a queste donne è stato detto e ripetuto e reiterato che se c’è un vero problema sul lavoro… sono loro stesse. E il solo modo per avere successo è incarnare ogni stereotipo sessista prescritto al loro sesso:
Devono essere attraenti, ma non troppo attraenti.
La presentazione incoraggiava le donne ad apparire “ordinate”, con “un buon taglio di capelli, unghie curate, abbigliamento ben rifinito adatto al tipo di corpo”: ma attenzione a non “sbandierarlo”, quel corpo, e a non “mostrare pelle”, perché “a causa del sesso” gli uomini si deconcentrano.
Non devono essere troppo aggressive o schiette.
Per esempio, per parlare con un uomo è meglio sedere incrociando le gambe e posizionandosi ad angolo rispetto a lui, altrimenti il bonobo signore ti percepisce come “minacciosa”… ma non parlargli comunque durante gli incontri ufficiali, anche il confronto diretto è “minaccioso” per lui, perciò avvicinalo prima o dopo (con un casco di banane pronto in borsa per ammansirlo, aggiungo io).
Devono ricordare sempre di essere inferiori.
Alle partecipanti, durante un giorno e mezzo di seminario, è stato detto una dozzina di volte che “i cervelli delle donne sono più piccoli del 6% all’11% di quelli degli uomini” (ma non che la scienza non attribuisce a questo dato una minorazione o una diversificazione delle funzioni cerebrali) e inoltre sono fatti come “le frittelle”: assorbono informazioni a guisa di sciroppo (letterale) e hanno perciò “più difficoltà a mettere a fuoco le questioni”. Per contro, i meravigliosi cervelli maschili sono fatti come “i wafer” e collezionano informazioni in ogni “quadratino” della superficie del biscotto, concentrandosi assai meglio. La dominazione maschile, come vedete e come è attestato nel documento, ha le sue solide basi biologiche… purtroppo sconfessate in pieno da ogni biologo degno di questo nome: la presentazione del seminario, invece, l’ha scritta un pasticcere.
Comunque, qual è il dovere più importante in assoluto per una donna che voglia avanzare sul lavoro? “Segnalare all’esterno di essere in forma”, cioè rispondente ai criteri vigenti di scopabilità. Competenze, abilità, passione, studi, impegno – niente di tutto questo ti otterrà una promozione, carina. E stai sicura che anche se segui le prescrizioni idiote di cui sopra non la otterrai comunque: quando invece protesterai per le mani addosso e i rimarchi volgari ti chiederanno di dar conto dell’abbigliamento troppo rifinito e delle unghie troppo curate (eri vistosa) e dell’atteggiamento servile (eri d’accordo). Empowering, eh?
Maria G. Di Rienzo