“L’idea era quella di far sorridere i clienti”, spiega candidamente l’HuffPost italiano. La vignetta pubblicitaria di Bicky Burger, che vedete qui sopra, non voleva “assolutamente promuovere la violenza contro le donne” ha detto l’azienda alimentare belga rispondendo alle proteste, “non era l’intenzione del post”, si trattava solo di dire che “la vendita di falsi Bicky non deve essere fatta”.
Nel comunicato succitato i tizi cercano (ancora) di essere spiritosi: “non picchiate nessuno”, “vogliamo la pace nel mondo”, “il vero Bicky è al potere” ecc. Ovviamente il prendere per i fondelli politici, donne e in genere chi ha protestato non ha sortito l’effetto sperato e la vignetta è sparita.
Come notate, quanto a comprensione della reazione siamo sempre a “se non avevo l’intenzione di farti del male non te ne ho fatto” e “era solo ironia, satira, divertimento, barzelletta” (quest’ultima “spiegazione” implica che se ti stai lamentando sei un/una povero/a idiota ossessionato dal politically correct e senza senso dell’umorismo).
Al di là del fatto che i pubblicitari (di Bicky e non) sembrano totalmente ignari dei modi in cui la violenza nasce, è alimentata e si diffonde, io non capisco cosa ci sia da ridere su una donna presa a cazzotti per aver tentato di consegnare a un uomo un “panino falso”. Inoltre, se la faccenda concerne la vendita di fast food per così dire contraffatto, perché la tipa è abbigliata come se stesse per sfilare sul red carpet o stesse partecipando a una festa dell’alta società? Dovrebbe essere in camice e berretto da cuoca oppure in divisa da fattorina / rider.
E come mai al suo posto non c’è un altro uomo? Be’, è abbastanza semplice:
1. un secondo maschio non avrebbe suggerito un’immediata e totale sconfitta, l’immaginazione di chi guarda la vignetta si sarebbe spostata alla reazione dell’aggredito e alla assai probabile zuffa conseguente – una femmina, invece, le prende e basta come la cronaca in tutto il mondo continua a mostrarci, le prende perché ha spinto con le sue azioni l’uomo a picchiarla e se fa tanto di difendersi è un orrido mostro misandrico su cui schiere di minus habentens potranno produrre asfissianti quanto autorevoli commenti: La violenza non ha genere! Le donne sono violente quanto gli uomini! Le donne straziano gli uomini con la violenza psicologica! Le statistiche sulla violenza di genere sono gonfiate!;
2. la donna, come Sgarbi continua a spiegare in Italia (ma sono sicura che in Belgio abbia epigoni e copie carbone), è infida di natura, traditrice per indole e falsa dalla testa ai piedi: è ovvio che tenti continuamente di truffare gli uomini.
Il prossimo maschio belga che pesta la moglie, la fidanzata, la compagna ecc. potrebbe persino, se colto in flagrante, fornire alla polizia la giustificazione addotta da Bicky Burger: “Era solo una simpatica provocazione”. Provocare, però, ha il significato di incitare ribattute e repliche: la seconda cosa che non capisco è perché i signori di Bicky si agitino così tanto quando ricevono esattamente ciò che hanno chiesto.
Maria G. Di Rienzo