Prendiamo Ciro Grillo: un 19enne da serate al Billionaire e ville in Costa Smeralda, feste e selfie circondato da coetanee, viaggi in giro per il mondo (“Cazzi durissimi in Nuova Zelanda” è il suo entusiastico commento a uno di essi), kick boxing e palestra (e gli esercizi sembrano avere uno scopo quantomeno bizzarro: sotto la sua foto mentre dondola appeso a una sbarra, Ciro avverte: “Ti stupro bella bambina attenta” – senza neppure una virgola, nonostante la maturità conseguita).
Prendiamo i suoi amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria: tutti fra i 18 e i 20 anni e figli di imprenditori, medici e professionisti della Genova bene, con retroscena similari.
Secondo la loro versione conoscono due ragazze nel locale summenzionato, le invitano a “una spaghettata” in un residence del papà di Ciro (un signore molto noto) e mentre una dorme ubriaca quella ancora sveglia, per quanto alticcia, è consenziente ad avere rapporti sessuali con tutti loro e persino a essere filmata durante uno di essi: il video prova “che ci stava”, sostengono i quattro moschettieri.
Purtroppo non si capisce perché la ragazza, anch’ella 19enne, li abbia denunciati per stupro di gruppo. Se era così felice di avere addosso a turno machissimi vitelloni palestrati e che dell’impresa restasse traccia, cos’è successo? La performance del quartetto è stata scadente? Il filmato non è venuto proprio bene? Gli spaghetti facevano pena?
Naturalmente di lei si dubita: è stata visitata al centro Soccorso Violenza Sessuale della clinica milanese Mangiagalli e ha sporto denuncia nella stessa Milano, dove abita, dieci giorni dopo l’accaduto, non ha interrotto immediatamente le vacanze e ha taciuto – e se la sua storia è vera (lasciamo pure il beneficio del dubbio, per quanto esile) io so perché.
1. Provava vergogna, come tutte le donne vittime di aggressioni sessuali, poiché la narrazione pornografica in auge della sessualità le ha insegnato – e insegna a tutti gli stupratori – che la violenza sessuale è voluta e provocata dalle femmine di ogni età e condizione e che una donna sessualmente attiva è una troia e un uomo sessualmente attivo è un figo.
2. Si sentiva colpevole per aver accettato l’invito – e difatti la maggioranza dei resoconti giornalistici sulla vicenda la definiscono “imprudente” – ma sentite un po’, cosa avrebbe dovuto fare in quest’epoca terribile in cui “l’ossessione per l’eguaglianza di genere” e il “#Metoo” uccidono il romanticismo? Le avrebbero dato della femminazista, della bacchettona, della “fica-di-legno”? Sarebbero diventati violenti e incontrollabili di fronte a un rifiuto? La narrazione pornografica di cui sopra assicura che un uomo con un’erezione è peggio che tarantolato e decisamente “inraptussito”, guai se la lascia sgonfiare o se la maneggia in solitario sotto la doccia, ha bisogno di genitali femminili, subito e senza condizioni.
3. Ha tentato di cancellare quel che era successo, di non pensarci, di lasciarselo alle spalle. Fini intellettuali ambosessi (italiani e non) assicurano che dopo un bidet e ridendoci sopra e sdrammatizzando va tutto a posto. Però, come dimostrano le conseguenze psicofisiche degli stupri, che possono affliggere una persona per l’intero resto della sua vita (e persino metter fine a essa tramite suicidio), si sbagliano.
Sì, puoi metterci dieci giorni a prendere la decisione di rendere pubblica la tua sofferenza, e anche di più: puoi persino, mentre il disgusto e la rabbia ti consumano in silenzio, non prenderla mai. Sei stata “imprudente”, come già detto – quindi non sei una vittima ma una corresponsabile; temi o sai per certo di non ottenere sostegno o solidarietà sufficienti a darti coraggio e legittimazione; “loro” diranno che eri d’accordo; se parli la tua vita precedente sarà scandagliata in ogni dettaglio e qualunque cosa suggerisca che in altre circostanze il sesso possa piacerti (com’è normale) sarà usato per reiterare che non poteva trattarsi di violenza: se una donna l’ha fatto con uno vuole e deve farlo con tutti gli altri… eccetera.
E guardate: persino se i quattro giovanotti stessero dicendo la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità, la loro visione del sesso mi provoca una nausea insormontabile. E’ solo spettacolo pornografico da orchestrare in gruppo, per vantarsi l’uno con l’altro e con eventuali altri amici grazie ai filmati, non ha nulla di erotico, nulla di appetibile, nulla che indichi un briciolo di interesse e rispetto per l’attrezzo umano con cui si soddisfano. Attenta che con questi addominali sono assai adatto a stuprare, bella bambina. Ma visto che le “belle bambine” a volte si ribellano, non sarebbe meglio – parlo a Ciro e compagnia – usare meloni, angurie, carne trita con uovo crudo (come diceva Bukowski) e evitare i tribunali? Così, tanto per dire.
Maria G. Di Rienzo