“State per leggere le voci inascoltate e le potenti prospettive che servono a dare luogo a vera sicurezza globale. Quando così tanta della popolazione mondiale non può realizzare il proprio potenziale a causa della violenza, della povertà, della cattiva salute e dell’esclusione dal potere e dal processo decisionale, non ci sarà mai vera pace ne’ sicurezza duratura. La soluzione può essere trovata solo ascoltando coloro che portano il peso di queste minacce e agendo secondo le loro raccomandazioni. Le seguenti intuizioni vengono da donne di oltre sessanta paesi. Alcune di loro, come quelle che si trovano in Camerun, sono nel mezzo di un conflitto attivo. Altre, come quelle che si trovano nelle Filippine, stanno facendo esperienza delle minacce immediate del cambiamento climatico. Ancora di più, come in India, Nepal, Nigeria e Stati Uniti ecc., sono quelle che affrontano le minacce giornaliere delle molestie, delle aggressioni e delle limitazioni loro poste in sola ragione del loro genere. I loro messaggi sono urgenti; le loro raccomandazioni inestimabili. Prese insieme, queste orgogliose e competenti voci chiedono niente di meno che una ridefinizione fondamentale della sicurezza globale, nazionale e umana. Propongono inoltre passi pratici per risolvere il complesso e interconnesso intreccio che compromette detta sicurezza. La riformulazione non è idealistica. E’ realistica. Non è inattuabile, ma ragionevole e certa.” Jensine Larsen, fondatrice di World Pulse, così presenta il rapporto su Donne, Pace e Sicurezza 2019, dal titolo “Il futuro della sicurezza sono le donne”.
Il rapporto è stato realizzato assieme ad altre due organizzazioni, Our Secure Future e Women’s Alliance for Security Leadership – ICAN, ha raccolto 350 testimonianze in tutto il mondo e utilizzato le narrazioni di 150 socie di World Pulse. Per avere il documento in pdf potete andare qui:
https://www.worldpulse.com/explore/peace-and-security/women-peace-and-security-report-2019
I punti chiave che emergono dallo studio:
* A vent’anni dalla Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che dava mandato per l’inclusione delle donne nei processi di pace, le donne restano fuori dai processi decisionali su pace e sicurezza.
* Le donne vogliono una ridefinizione del termine “sicurezza”. Nel rapporto la definiscono in modo olistico e inclusivo. Non si tratta solo dell’assenza di paura, minacce e violenza, ma della presenza stabile di solidità finanziaria, accesso alle necessità basilari, legame comunitario, ambiente ecologicamente sano, giustizia, e molto altro.
* Le donne hanno espresso il forte desiderio di essere libere dal persistente timore della violenza di genere nelle loro vite: in casa, per strada, sui trasporti pubblici, nei luoghi di lavoro, ovunque.
* La sicurezza delle famiglie e di altri soggetti vulnerabili è una priorità situata molto in alto nell’agenda. Le donne sono preoccupate per i bambini e per coloro che sono più direttamente colpiti dalla violenza in relazione alla loro sessualità, al loro gruppo etnico, alla loro classe sociale, alla loro nazionalità, alla loro età e alla loro abilità fisica.
* Le donne vogliono il rispetto dei diritti umani, loro e altrui. La loro percezione di insicurezza è risultata legata a esperienze di discriminazione e diseguaglianza a scuola e al lavoro, così come al poter esercitare o meno libera espressione nelle loro vite.
* Grave la preoccupazione per l’ambiente. Le donne hanno citato il cambiamento climatico, la degradazione degli ecosistemi, la perdita di risorse naturali, i disastri ambientali come contributi fondamentali all’insicurezza.
* Le donne dicono che istituzioni politiche corrotte e inaffidabili minano proprio la sicurezza che affermano di voler conseguire. Politiche che danno priorità a violenza e potere ed escludono le donne e le loro istanze non portano beneficio alcuno.
Maria G. Di Rienzo
“Sogno un tempo
in cui il suono
del mio piede che cala
su una strada buia
non porterà più con sé
l’eco del panico,
ma il risonante battito
della libertà”
Daydri, socia di World Pulse, sudafricana che vive in Romania.