Stato dell’arte: ho un discreto numero di file che aspettano di essere elaborati, tradotti, trasformati in articoli (ma so già che molti non ce la faranno, triturati da tempo e opportunità); ho in corso la stesura di un romanzo (e sarei davvero lieta di potervi dedicare maggiore impegno); ho come tutte/i voi le mansioni quotidiane di sopravvivenza da espletare e, purtroppo, anche un tendine lesionato e alle spalle due mesi di tentativi frustranti di indurre la sanità pubblica e privata ad occuparsene correttamente (mi hanno fatto diagnosi sbagliate, mi hanno costretta a girare come una trottola, mi hanno succhiato un bel po’ di soldi e non mi hanno dato uno straccio di risposta: non so come finirà, spero solo di tornare a camminare normalmente, prima o poi). Quel che voglio dire è che la mia vita – e com’è probabile anche molte delle vostre – al momento è già abbastanza faticosa di suo e mi piacerebbe non ci si aggiungessero altre rogne. Ma il dubbio che siano in agguato, all’orizzonte, dietro l’angolo ce l’ho eccome.
Stato italiano: si sta palesando la nuova norma giuridica di “lesa salvinità”. Contesti a comizi pubblici e ti sequestrano il cellulare, ti identificano, ti maltrattano (“Ti spezziamo le dita” è quel che dicono i malavitosi nei film polizieschi, non quel che dovrebbero dire i poliziotti nella realtà); esponi striscioni di protesta e se non arriva la Digos ti mandano addirittura i vigili del fuoco; ti siedi fuori dal municipio con un cartello e ti multano per occupazione di suolo pubblico; i tuoi alunni comparano le leggi razziali fasciste a leggi attuali e ti sospendono dal lavoro nonché ti dimezzano lo stipendio… ci siamo.
Mimmo, mi leggi? Tu e il resto della redazione di Missione Oggi state bene? I vostri smartphone sono ancora con voi? Ok. Spero non sia un problema se ne parlo, ma detta rivista ha messo insieme un vero e proprio dossier sul Decreto Sicurezza: “La città si-cura / Uscire dal labirinto delle paure”: analisi, commenti, prospettive, proposte. E il Decreto non prende una sufficienza che sia una, nemmeno ovviamente la mia (sì amate/i cyberviandanti, ci sono in mezzo con un articolo anch’io). Se domani qualcuno manda “bacioni ai missionarioni” prepariamoci.
Ma scherzi a parte, fra tutto il caos, la sofferenza e le preoccupazioni, io sono deliziata: leggo della prossima iniziativa a Milano (in immagine), penso al signore o alla signora di Firenze che ha esposto al balcone un lenzuolo con la scritta “Non sei il benvenuto. P.S. Digos, torno alle 20.00” e non posso fare a meno di sorridere, di respirare meglio, di sperare. Abbiamo attraversato brutti momenti altre volte. Se restiamo insieme, se restiamo umani, civili, determinati, nonviolenti, possiamo accendere un’alba che disperderà questa notte straziante.
Maria G. Di Rienzo