104 concorrenti, fra cui 24 donne, hanno affrontato a metà gennaio l’ultra-maratona di 431 chilometri chiamata “Montane Spice Race” che va dall’Inghilterra centrale al confine scozzese.
L’ha vinta il 16 gennaio u.s. la 35enne Jasmin Paris (in immagine con la figlia) battendo il record precedente di dodici ore. Si è fermata a ogni checkpoint lungo il percorso, dove l’aspettava il marito, per tirare latte dai seni per la sua bambina di quattordici mesi, Rowan: “E’ stata molto felice di vedermi al traguardo – ha detto Jasmin alla BBC – e oggi mi è stata appiccicata tutto il giorno come se pensasse che potessi andar via di nuovo.”
La sfida, ha detto anche, “è stata davvero dura. Per due terzi del tempo è buio ed è stata una gara completamente diversa da quelle a cui ho partecipato finora. Devi decidere quando dormire e l’intera cosa diventa molto tattica e finisci per non dormire abbastanza. Quando ero sul tratto finale continuavo a vedere animali saltar fuori da ogni roccia e mi dimenticavo di quel che stavo facendo – allucinazioni. Molto spesso dovevo ricominciare daccapo.”
Jasmin è la prima donna a vincere questa maratona (ha corso per 83 ore, 12 minuti e 23 secondi dormendo solo tre ore) ma non è un “caso straordinario”, perché in effetti – per conformazione fisica – le donne tendono a dare migliori prestazioni degli uomini sui percorsi più lunghi e difficili.
Sebbene abbia corso in altre gare non è un’atleta professionista e ha affrontato la maratona durante la settimana di pausa che si è presa dallo scrivere la tesi per il dottorato di ricerca (deve consegnarla a fine marzo). In altre parole, è una giovane donna che sta usando tutti i suoi talenti e tutta la sua forza senza chiedere permessi e senza cedere alla pressione degli stereotipi sociali prescritti alle femmine e in particolare alle madri. E’ questo a farla grande.
Maria G. Di Rienzo