La notizia è rimbalzata qua e là alla fine di ottobre: un ginecologo statunitense che ha pitturato di porpora la vagina di una donna senza che lei ne sapesse niente – per scherzo, che male c’è! – se l’è cavata con un buffetto del giudice, perché non si può provare che si trattasse di un’aggressione sessuale. In pratica, se non conosciamo con esattezza cos’è successo nelle mutande del ginecologo non possiamo condannarlo – ma anche se non è successo niente sempre di aggressione sessuale si tratta.
La donna in questione è impiegata nell’ufficio del deficiente medico, ha subito una doppia mastectomia anni fa per cancro al seno e si è preoccupata quando ha notato una lesione alla vagina. Poiché il suo ginecologo di fiducia era appena andato in pensione e non ne aveva ancora scelto un altro ha chiesto al sig. Barry King, il suo datore di lavoro, di visitarla.
Quando ha terminato l’esame, costui ha detto di “farle dare un’occhiata dal marito” quella sera. La cosa non aveva nessun senso, perché i due uomini non si conoscono quasi e il marito di lei non è medico: comunque, usando il bagno una volta tornata a casa, la donna ha notato tintura porpora sulla carta igienica e l’ha riconosciuta come “violetto di genziana”, una tintura contro le infezioni non più usata in medicina.
Il giorno dopo, l’allegro ginecologo – quasi sessantenne, ma ancora così pieno di burle come un cretino integrale fanciullino – spiegò non solo alla donna, ma all’intero ufficio, che si era trattato di uno scherzo per suo marito, che facendo sesso con lei si sarebbe poi ritrovato il pene dipinto di porpora.
All’inizio la donna non voleva neppure denunciarlo, la sua prima idea era stata quella di licenziarsi: “Mi sarei trovata un altro impiego, come la maggior parte delle vittime (di molestie sessuali sul lavoro) fanno.” Convinta da un’amica a non lasciar perdere ha portato King in tribunale, solo per sentirsi dire che il tizio farà “100 ore di servizio comunitario”, donerà 500 dollari in beneficenza e scriverà una lettera di scuse alla donna. Inoltre, ha stabilito il giudice, se nei prossimi due anni non pittura altre vagine la menzione del “reato minore” sarà cancellata dalla sua fedina penale.
Quella che segue è la traduzione di uno scambio di commenti in calce a un articolo che narrava la vicenda:
– Una sentenza appropriata per il dottore sarebbe sparargli una palla di colore (1) negli zebedei.
– Solo usando pittura color porpora, però.
– E solo se poi lo si chiama “scherzo”.
Maria G. Di Rienzo
(1) paintball, vedi immagine sopra.