Violentata a 8 anni dal vescovo della sua chiesa e poi dal marito della madre. Violentata di nuovo a 9 anni, questa volta da un diacono, sempre della sua chiesa. Madre di una bambina a dieci, moglie forzata del suo stupratore ventenne a undici (in questo modo il diacono non ha dovuto rispondere del reato), nel 1970.
“Non ho mai giocato con le bambole o usato la mia immaginazione nell’inventare vite per loro, come fanno molti altri bambini, – ha detto durante un documentario realizzato dalla BBC – perché a 10 anni avevo una “bambola” vera: una per cui dovevo prendere decisioni reali. Dovevo nutrire realmente mia figlia, cambiare pannolini veri che lavavo a mano e poi appendevo ad asciugare.” A 16 anni Sherry Johnson, tale è il nome della protagonista di questa storia, aveva messo al mondo altri cinque figli ed è riuscita a liberarsi di un marito imposto che continuava ad abusare di lei solo a 17.
Stiamo parlando di Tallahassee, Florida, Stati Uniti – non di uno staterello del terzo mondo dove quest’orrore “è la loro cultura” blah blah blah. Per chiarezza, un orrore resta tale ovunque.
Sherry (in immagine) ha fatto campagna per tutto il resto della sua vita affinché la legge che in Florida permetteva il matrimonio di bambine fosse cambiata. Il 10 marzo scorso era in galleria mentre la nuova legge (un compromesso fra le due camere) veniva discussa: i relatori continuavano a citarla come ispirazione e costante stimolo. La nuova legge è passata con 109 voti favorevoli e 1 contrario, e ora in Florida è illegale sposarsi prima dei 17 anni.
“Il mio cuore è felice. – ha Sherry detto alla stampa – Il mio scopo era proteggere i nostri bambini e sento di aver compiuto la mia missione. Questo non riguarda più me, io sono sopravvissuta. Ma se la nuova legge fosse stata in vigore quando rimasi incinta non sarei stata forzata a sposarmi, avrei evitato anni di abusi, non sarei stata costretta a continuare ad avere figli e non sarei stata costretta a continuare a cadere sempre più in basso.”
Direi che si è sollevata in tutto il suo splendore. Maria G. Di Rienzo