(brano tratto da un’intervista di Brigid Schulte, per Slate – 20 febbraio 2018, a Angela Saini, giornalista scientifica inglese. Angela Saini, in immagine, è l’autrice di un libro appena uscito che si chiama “Inferior: How Science Got Women Wrong – And the New Research that’s Rewriting the Story”, ovvero “Inferiore: come la scienza si è sbagliata sulle donne e le nuove ricerche che stanno riscrivendo la Storia” e l’intervista fa principalmente riferimento a esso. Trad. Maria G. Di Rienzo.)
Noi presumiamo che tutto quel che vediamo sia biologico, quando in effetti le immissioni sociali e culturali sono enormi. Non dico che esse diano conto di tutto, in termini di differenza di genere. Ma per quanto ne sappiamo sino a ora contano molto di più di quanto pensassimo. L’ammontare della socializzazione che abbiamo ricevuto, l’ammontare dell’impatto avuto su di noi dagli insegnamenti e dall’istruzione e dal modo in cui siamo stati cresciuti nel corso delle nostre vite, significano che mostreremo differenze da adulti, ovviamente, poiché viviamo in una società assai segnata dal genere. Perciò è molto difficile districare la biologia dagli effetti della società, della cultura e dell’ambiente, quando studiamo le differenze sessuali.
Una delle cose importanti che la biologia ci ha insegnato negli ultimi cinquant’anni è che la natura e la cultura non restano necessariamente separate. E c’è un ritorno biologico che avviene come risultato dell’ambiente circostante. Quindi, per esempio, se tu dai a un bambino / a una bambina in tenera età giocattoli meccanici con cui divertirsi, materiale tramite il quale esercita la sua capacità di costruire e fare cose, lui / lei sarà migliore, biologicamente migliore, nel costruire e fare oggetti a causa dell’esperienza che ha avuto. Per cui, un’interferenza sociale produce un effetto biologico.
C’è questo problema con alcuni ricercatori che vogliono vedere le differenze come basate sul sesso e si danno da fare sino a che non le vedono. Ciò avviene nell’ambito delle congetture. Perciò, anche se hanno uno studio che gli dimostra, per dire, piccole differenze strutturali fra i cervelli di uomini e donne, quella è un cosa: desumere da ciò che le donne siano migliori nel fare più cose contemporaneamente, o che siano più empatiche, o che gli uomini siano più razionali, è un’altra cosa. Non possiamo farlo. La scienza più recente non è arrivata ancora a questi livelli. Il cervello è un organo decisamente complesso. Questo tipo di ipotesi è pericoloso, tutto ciò che fa è costruirsi su stereotipi, il che è antiscientifico. Hai bisogno di molti più dati per essere in grado di arrivare a tali grandi, imponenti, indiscriminate asserzioni.
Dove io penso la scienza sia importante, e la ragione per cui ho scritto “Inferior”, è che ancora c’è chi sostiene che ciò per cui stiamo lottando, l’eguaglianza, è impossibile. Che non la vedremo mai e che non dovremmo spingere per essa, perché a causa della nostra costituzione, della nostra natura, siamo cognitivamente e psicologicamente differenti. Ciò implica che dovremmo abbandonare campagne e politiche che aiutano a far avanzare l’eguaglianza.
E qui è dove io penso avere della buona scienza sia importante. Perché la scienza, in effetti, non sta dicendo questo. E se dobbiamo leggere tutto attraverso la scienza, quel che essa sta dicendo è che in realtà attualmente non ne sappiamo granché: e quel che abbiamo suggerisce che le differenze psicologiche fra i sessi siano minori mentre quelle cognitive, in termini di intelligenza, non esistano proprio. La biologia certamente non può giustificare le enormi disparità di genere che vediamo in molte società.
Dimentichiamo anche che nelle società di cacciatori-raccoglitori, storicamente, le persone tendevano a vivere vite relativamente egualitarie, dove le donne erano in grado di fare tutto ciò che gli uomini facevano; la netta divisione di ruoli che noi sperimentiamo non c’è sempre stata. E fino a quando ad alcune donne sarà negata la possibilità di fare tutto quel che gli uomini possono fare, ci saranno ancora lotte in cui impegnarsi.
Perciò, il messaggio del mio libro non è che dovremmo avere eguaglianza perché la scienza dice che è possibile. No. Il messaggio è che non c’è ragione per cui non possiamo avere eguaglianza se la vogliamo. La scienza non dice che l’eguaglianza è impossibile. Come specie umana noi siamo adattabili e flessibili. Possiamo creare qualsiasi società vogliamo.