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Nadu (anch’io, in coreano)

21 febbraio 2018 di lunanuvola

prosecutor Seo Ji-hyeon

La giovane donna in immagine, assediata dai reporter, è la pm coreana Seo Ji-hyeon (1), che il mese scorso ha parlato apertamente in televisione delle molestie ricevute sul lavoro, sull’onda del momentum #MeToo che ha raggiunto il suo paese. L’hanno invitata in tv dopo che la pm aveva messo online il resoconto di un’aggressione gravissima, subita nel 2010 da un magistrato più anziano durante un funerale, in seguito alla quale aveva abortito spontaneamente per lo shock.

“Volevo parlarne subito, – ha scritto Seo Ji-hyeon – ma in troppi mi scoraggiavano dicendo: Sarà un gioco da ragazzi per loro farti passare per pazza. Se parli ora, ti faranno apparire come una pm inefficiente, problematica e stramba. Dovresti tenere la bocca chiusa e pensare solo a lavorare.”

La pm ha ricevuto grande sostegno dall’opinione pubblica – tanto più che il suo assalitore Ahn Tae-geun (2) è stato licenziato l’anno scorso dalla magistratura perché corrotto, il che ha costretto il Ministero della Giustizia a aprire un’indagine. Quando l’indagine l’aveva chiesta Seo Ji-hyeon era stata immediatamente trasferita d’ufficio in un remoto tribunale provinciale. Il bastardo sig. Ahn ha solo detto al proposito che non si ricorda niente, perché era ubriaco sfatto, ma che se la cosa è accaduta, be’, gli dispiace tanto…

Negli ultimi giorni (19 febbraio) Lee Youn-taek (3) il più famoso regista teatrale coreano, 65enne ex direttore artistico del Teatro Nazionale di Corea, è stato costretto a presentare pubbliche scuse: le attrici che ha molestato e aggredito sessualmente hanno cominciato a parlare.

“Provo vergogna e mi sento distrutto. – ha detto il regista durante la conferenza stampa – Sono pronto ad accettare qualsiasi castigo, incluse le responsabilità legali per le mie azioni.” Le azioni includevano, per esempio, chiamare le attrici nella sua stanza, ordinare loro di fargli massaggi e poi chiarire definitivamente le sue intenzioni calandosi le braghe. In che modo definisce tutto questo, il bastardo n. 2 sig. Lee? Così: “E’ una cosa molto brutta che è accaduta di prassi per 18 anni di seguito.”

Come mi sento “a casa”, nonostante i 9.141 chilometri che mi dividono dallo scenario! Stupri, molestie, aggressioni… alle donne queste faccende accadono, come le grandinate o i terremoti. E’ la natura che lo vuole. Si sa che gli uomini ecc. ecc. (no, non si sa: la scienza ha smentito qualsiasi stronzata al proposito).

Maria G. Di Rienzo

(1) Si legge “so gi ion”, esattamente come è scritto in hangul, l’alfabeto coreano: ma la traslitterazione è fatta sempre per i parlanti di lingua inglese, i quali leggono la “o” come “ou” e la “i” come “ai”, e il risultato sono i pastrocchi di vocali che vedete.

(2) Come sopra, “an te gun” con la “u” chiusa.

(3) Come sopra, “li iun tec”.

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