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Roxane

24 dicembre 2017 di lunanuvola

roxane gay

Roxane Gay, brillante scrittrice femminista, è già stata mia ospite – per così dire – in passato, poiché ho proposto qui alcuni dei suoi articoli. Nel luglio scorso è uscito il suo libro “Hunger: A Memoir of (My) Body,” – “Fame: un memoriale del (mio) corpo”. Secondo le recensioni è il più “duro” dei libri scritti da Roxane e ciò non mi stupisce: parla della sua relazione con il suo corpo e di come la conversazione sulle persone che condividono il suo tipo di corpo debba cambiare.

Grazie a “The Lily” ho finalmente trovato degli estratti da tradurre e li ho posizionati in modo che la storia di Roxane risulti più chiara (ignoro se il testo sia uscito per qualche editore italiano: a ogni modo, è solo un piacere per me riportare le parole di questa donna).

nel labirinto

Pag. 13: “Questo è ciò che si insegna alla maggior parte delle ragazze – che dovremmo essere sottili e piccole. Non dovremmo occupare spazio. Dovremmo essere viste e non udite, e se siamo viste dovremmo essere piacevoli per gli uomini, accettabili dalla società. E la maggior parte delle donne sa questo, che siamo tenute a scomparire, ma è qualcosa che è necessario dire, ad alta voce, ripetutamente, di modo che noi si possa resistere all’arrenderci a ciò che ci si aspetta da noi.”

Pag. 82: “A ogni anno che passava, diventavo sempre più disgustata di me stessa. Ero convinta che l’essere stata stuprata fosse colpa mia, che l’avevo meritato, che era quel che era accaduto nei boschi fosse tutto quello che una ragazza patetica come me poteva aspettarsi. Dormivo sempre meno perché, quando chiudevo gli occhi, potevo percepire corpi di ragazzi frantumare il mio corpo di ragazza, ferire il mio corpo di ragazza.”

Pag. 61: “Stavo ingoiando i miei segreti e facendo in modo che il mio corpo si espandesse ed esplodesse. Avevo trovato modi per nascondermi restando in piena vista, per saziare una fame che non avrebbe mai potuto essere soddisfatta: la fame del mettere fine al dolore. Mi sono fatta più grossa. Mi sono messa più al sicuro.”

Pag. 120: “Quando sei grossa, il tuo corpo diventa materia di cui prendere nota pubblicamente in diversi aspetti. Il tuo corpo è costantemente e bene in vista in una vetrina. La gente proietta le storie che presume sul tuo corpo e non è interessata alla verità del tuo corpo, qualsiasi essa sia. Il grasso, proprio come il colore della pelle, è qualcosa che non puoi nascondere, non importa quanto di scuro ti vesti o quanto diligente sei nell’evitare le strisce orizzontali.”

Pag. 296: “Questo corpo è resistente. Può sopportare ogni tipo di cose. Il mio corpo mi offre il potere della presenza. Il mio corpo è potente.”

Pag. 297: “Vivere nel mio corpo ha ampliato la mia empatia verso le altre persone e le verità dei loro corpi. Di certo, mi ha mostrato l’importanza dell’inclusione e dell’accettazione (non della mera tolleranza) per differenti tipi di corpo.”

Maria G. Di Rienzo

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