Jeanette Edwards, docente di Antropologia Sociale all’Università di Manchester (GB), ha di recente diretto una ricerca sugli aspetti etici della chirurgia plastica per conto del “Nuffield Council on Bioethics”, un’organizzazione indipendente che esamina e rende note questioni etiche in biologia e medicina: in oltre vent’anni di attività l’istituto ha raggiunto una reputazione internazionale per il modo in cui stimola i dibattiti che ruotano attorno alla bioetica.
Presentando i risultati della ricerca suddetta, la prof. Edwards ha detto: “Siamo rimasti sconcertati da alcune cose che abbiamo visto, incluse le applicazioni per cellulare e i giochi online che riguardano la chirurgia cosmetica e mirano a bambine che possono non avere più di nove anni. C’è un bombardamento giornaliero fatto tramite pubblicità e i canali dei social media come Facebook, Instagram e Snapchat che promuove incessantemente irrealistici e spesso discriminatori messaggi su come le persone, in special modo bambine e donne, “dovrebbero” apparire.”
I giochini (di cui vedete due immagini in questo pezzo) hanno nomi tipo “Principessa della chirurgia plastica”, “Piccolo dottore della pelle” e “Sistemami la faccia” – ove il verbo usato per quest’ultimo si riferisce usualmente a edifici o automobili, oggetti, e come sostantivo è il famoso “pimp” che si traduce con magnaccia”, “pappone”, ecc.
La narrativa che introduce i giochi è abominevole: “Ti diremo come mantenere bella la tua pelle e maneggiare ogni sorta di problemi delle pelle. Una faccia pulita gioca un ruolo molto importante nella bellezza. Ma a volte abbiamo brufoli, ferite, lentiggini e altri problemi della pelle.” Quest’ultimo “problema” sta attorno al mio naso e sulle mie braccia da tutta la vita ed è la prima volta che lo sento definire tale: le lentiggini, attestano la scienza e la medicina, NON SONO una malattia della pelle ma una particolarità genetica. (1)
Il messaggio è molto chiaro: se non rispondi agli standard arbitrari della bellezza femminile ideati per la soddisfazione maschile sei “malata”. Come mai ti sei ammalata? Be’, dev’essere colpa delle altre donne, possono essere davvero cattive, sai: “Aiuto! Le principesse sono state maledette da una strega malvagia! La strega le ha fatte diventare brutte! Solo tu puoi aiutarle! – questa manfrina urlata a punti esclamativi appartiene a “Principessa della chirurgia plastica” – Opera della fantastica chirurgia e dai alle principesse ciò che sognano. Viso, naso, occhi, labbra, fai ogni chirurgia plastica che riesci a immaginare!”
Prima che gli alfieri della “libertà di espressione” si agitino troppo, sarà utile sottolineare che il “Nuffield Council on Bioethics” non ha chiesto il bando delle schifezze illustrate sopra, ma ha chiesto ai loro produttori di condurre proprie ricerche e capire sino a che punto quel che fanno contribuisce a creare e mantenere ansia, depressione e bassa autostima relative all’immagine del corpo. Mark Henley, chirurgo plastico e membro del gruppo che ha effettuato la ricerca, ha detto al proposito: “Un bando su queste applicazioni ci starebbe, ma quel che vogliamo molto di più è che la società riconosca quanto sono rivoltanti.” In Gran Bretagna, il “telefono amico” nazionale per i bambini – collegato ai servizi sociali – ha ricevuto nel 2016 1.600 telefonate di bambine preoccupate di essere brutte: il 17% in più dell’anno precedente.
Maria G. Di Rienzo
(1) Da non confondere con le efelidi, che compaiono per l’esposizione al sole e poi spariscono, le lentiggini sono minuscole macchie cutanee permanenti, presenti nelle persone con carnagione molto chiara e/o capelli biondi o rossi.