“grandemaestro:
In Italia siamo troppo perbenisti…avvolte ci vorrebbe il coraggio di imporre punizioni piu´ severe delle attuali..”
Questo commento e relativo pseudonimo stavano sotto a un recente articolo di cronaca su un grave episodio di bullismo, accaduto in Italia. Nulla è stato cambiato, ne’ i puntini messi a caso e azzeccati alle parole, ne’ il più con l’apostrofo ne’, ci mancherebbe, il meraviglioso “avvolte” (participio passato del verbo avvolgere spacciato per “a volte”).
Ho quindi cercato di immaginare quale aspetto potesse avere il Grande Maestro, la cui grandezza deve necessariamente riferirsi ad abilità diverse dall’uso della lingua italiana, e cos’altro mai potrebbe dirci dall’alto della sua saggezza.
Per esempio:
“La vera sapienza è il conoscere l’estensione della propria ignoranza.”
“Chi impara ma non pensa è perduto. Chi pensa e non impara è in grave pericolo.”
“Chi parla senza modestia troverà difficile rendere buone le proprie parole.”
“L’ignoranza è la notte della mente. Ma è una notte senza luna ne’ stelle.”
Maria G. Di Rienzo
P.S. Come avrete capito sono tutte massime di Confucio (551 – 479 BCE).