(da un più ampio articolo di Jenny Lý per Loa, 7 dicembre 2016, trad. e adattamento Maria G. Di Rienzo.)
Il culto vietnamita delle Dee Madri ha ricevuto riconoscimento dell’UNESCO come “eredità culturale intangibile dell’umanità”. L’annuncio ufficiale è stato dato durante l’11^ “Convenzione per la salvaguardia delle eredità culturali intangibili” tenutasi a Addis Abeba, in Etiopia, dal 28 novembre al 2 dicembre 2016.
La notizia ha prodotto festeggiamenti in Vietnam, in particolare fra la comunità degli aderenti all’antico culto e fra gli studiosi e le studiose che per anni avevano chiesto tale riconoscimento all’UNESCO. Il governo del Vietnam aveva sottoposto ufficialmente il dossier sulle “pratiche relative alla fede vietnamita nelle Dee Madri dei Tre Regni” nel 2015.
Il culto delle Dee madri esprime la necessità spirituale del popolo di onorare gli antenati che proteggono la prosperità della vita ed esprime devozione per la figura materna, il che riflette l’antico sistema matriarcale delle società vietnamite. L’UNESCO attesta che il culto “fornisce basi per le relazioni sociali collegando i membri delle comunità che vi partecipano” e che contribuisce “all’apprezzamento delle donne e dei loro ruoli sociali”.
Le Dee Madri dei Tre Regni rappresentano divinità del cielo, dell’acqua e delle montagne e foreste, e sono state associate sia a figure storiche e reali sia a figure mitologiche.
La pratica chiave della devozione alle Dee Madri è il lên đồng, un rituale in cui una persona va in trance e assume l’identità e l’abbigliamento di una divinità particolare, danzando per onorare le tutte le Dee. Questo rituale si tiene giornalmente nelle cerimonie locali così come nei più grandi festival e nei pellegrinaggi, durante tutto l’anno.
(Kim Chi tiene un rituale lên đồng per la delegazione del suo tempio, su una barca, durante il festival di Điện Hòn Chén)