(tratto da: “Wicked Women”, un più lungo testo di Anny Miner, poeta contemporanea femminista, in immagine. Trad. Maria G. Di Rienzo. La parte centrale del brano originale descrive nei dettagli la relazione che Anny ha avuto con un uomo violento.)
DONNE MALVAGIE
“Lei era figlia della luna, nata con le stelle come lentiggini e fu trovata mentre danzava con gli alberi. Quando un uomo tentò di pettinar via la natura selvaggia dai suoi capelli e di lavar via la corteccia dalla sua pelle, lei chiamò i lupi e mandò gli avvoltoi, guardò mentre lui veniva consumato vivo pezzo dopo pezzo, e gli chiese: “Come osi tentare di tagliare me Amazzone in pezzi di legna da ardere per avere, tu, del calore?”
Mia madre sa un sacco di fiabe come queste. Me le raccontava ogni notte sperando che io crescessi credendo nel potere della mia propria magia, che io fossi nata come un falò che chiama cerchi durante l’ora delle streghe. Io vengo da una lunga linea di donne malvagie. Ma non avevano bisogno di bambole voodoo o di incantesimi: invece, ti saltavano direttamente alla gola.
Io credo ancora nella magia. Ho sentito un sussurro chiedermi di evocare i venti del sud. Le donne malvagie mi stanno dicendo che se agli uragani si danno nomi umani c’è una ragione. Io non sto facendo patti con il diavolo. Sto dicendo a lui che qui non è più il benvenuto.