Nel 1999 le Nazioni Unite stabilirono il Giorno internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fissandolo al 25 novembre e commemorando così l’omicidio delle tre Sorelle Mirabal, dominicane oppositrici della dittatura di Rafael Trujillo assassinate appunto il 25 novembre 1960.
“Perché questa giornata internazionale? – spiegano ancora in questi giorni sul sito dell’Agenzia Donne delle NU – Perché:
La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani.
La violenza contro le donne è una conseguenza della discriminazione operata contro le donne, nella legge e in pratica, e del persistere delle diseguaglianze fra uomini e donne.
La violenza contro le donne ha un impatto sul progresso e impedisce il progresso in molte aree, incluse lo sradicamento della povertà, la lotta contro l’HIV/AIDS, la pace e la sicurezza.
La violenza contro donne e bambine non è inevitabile. La prevenzione è possibile ed essenziale.
La violenza contro le donne continua a essere una pandemia globale.”
Notando che uno dei maggiori ostacoli al lavoro in merito è la mancanza di finanziamenti, e ammettendo che per questa ragione molte delle grandi promesse fatte delle Nazioni Unite (compresa quella di metter fine alla violenza contro donne e bambine contenuta negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) non riescono a tradursi in cambiamenti significativi, invitano l’attivismo dei 16 giorni contro la violenza di genere – 25 novembre / 10 dicembre – a raccogliere fondi e realizzare iniziative tramite la Campagna “Colora il mondo di arancione”.
Potete saperne di più qui:
http://www.unwomen.org/en/what-we-do/ending-violence-against-women/take-action/16-days-of-activism
Sempre il 25 novembre, nel 1916, moriva di anemia perniciosa a soli trent’anni Inez Milholland.
Crollò perdendo i sensi mentre teneva un discorso per il “Partito nazionale della Donna” a Los Angeles, in California. Le ultime parole che pronunciò davanti al suo pubblico furono: “Signor Presidente, quanto a lungo devono aspettare le donne per avere la libertà?”
Una vita breve ma luminosa come una stella, giacché Inez fu una delle più famose suffragiste statunitensi, avvocata del lavoro, sindacalista, attivista pacifista che si spinse a testimoniare direttamente la guerra quale corrispondente e lottò per la riforma carceraria e l’eguaglianza degli afroamericani.
Nell’immagine qui sotto la vedete tre anni prima, il 3 marzo 1913, in procinto di aprire a cavallo la grande manifestazione per il voto alle donne nota come “Woman Suffrage Parade” in quel di Washington, DC.
Qualsiasi cosa facciate in questi giorni contro la violenza diretta a donne e bambine, per la loro effettiva eguaglianza, per il rispetto a loro dovuto, per amore di tutta l’umanità che le comprende, so che Inez cavalcherà fiera al vostro fianco… e se vi guarderete alle spalle, vedrete dietro di lei una fila interminabile di donne di ogni nazione, le sorelle e le madri che vi hanno preceduto in questa lotta e che continuano a sostenervi. Maria G. Di Rienzo