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Le streghe e la terra

8 ottobre 2016 di lunanuvola

(Brano tratto da: “This is how they broke our grandmothers”, un molto più lungo e assai accurato articolo di Natasha Chart, attivista femminista, per Feminist Current, 4 ottobre 2016. Trad. e adattamento Maria G. Di Rienzo.)

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C’erano una volta le streghe. No. Non ci sono mai state streghe. Non nella maniera che gli uomini hanno detto, a ogni modo.

C’erano una volta molte tradizioni indigene di fede politeiste e animiste in quella che è ora l’Europa occidentale. I loro costumi sostenevano svariati livelli di rispetto e autorità per le donne. Avevano donne sacre, donne guaritrici e donne leader.

C’era una volta una chiesa che era un regno, costruito sul corpo dell’Impero Romano il quale era stato costruito a sua volta sul rapimento e lo stupro delle donne Sabine. Questa chiesa era in realtà un principato, governato da principi che bramavano terre e oro ed erano egualmente insaziabili nel loro odio bruciante per le donne.

Convertirono capi di stato e chiesero decime, lasciando che la maggior parte dei governi locali lavorasse per proprio conto. Crearono un impero transnazionale molto precoce e molto effimero che richiedeva poco personale in termini di uomini armati ed era principalmente concentrato sul governare ciò che viene classificato spesso come sfera privata. Alla fine, gli stati clienti della chiesa avevano problemi a tenere in riga i loro popolani, perché la chiesa e l’aristocrazia volevano rubare tutta la terra disponibile e privatizzarla a proprio beneficio tramite la chiusura degli spazi comuni.

(Ndt.: In Gran Bretagna la recinzione e privatizzazione di campi aperti e terre comunitarie cominciò nel 1604 e non finì prima del 1914: tramite 5.200 atti governativi 6 milioni e 800.000 acri di suolo che erano “bene comune” – 28.000 km2 – divennero privati.)

Come Sylvia Federici spiega nel suo libro “Calibano e la Strega”, le autorità laiche si diedero alla strategia di successo che consisteva nel dare tutto ciò che le donne avevano agli uomini, incluse le donne stesse. I funzionari statali non dimenticarono di rendicontare il valore del lavoro delle donne, piuttosto, durante il periodo della “chiusura” delle terre, lo estromisero dichiarando che non aveva valore.

I commercianti di sesso maschile coordinarono boicottaggi delle loro competitrici donne e degli uomini che con loro lavoravano. Le donne che persistettero nel tentare di intraprendere commerci pubblici furono molestate, chiamate “puttane” o “streghe” e persino assalite senza ripercussioni. Col tempo, essere una donna sola in uno spazio pubblico diventò in pratica sinonimo dell’essere una strega o una prostituta. La violenza contro le donne fu normalizzata e sessualizzata.

Per fare la propria parte nel risolvere il problema dei contadini in rivolta e acquisire la propria quota di quelle che erano state terre comunitarie, la chiesa fece un passo avanti nel benedire questa distruzione dei diritti e dell’indipendenza delle donne con il sigillo dell’approvazione divina. I loro preti inventarono le streghe. Cioè, inventarono donne che adoravano il diavolo e facevano sesso con lui, e il diavolo dava loro in cambio grotteschi poteri. La chiesa poi asserì che qualsiasi cosa non approvata come cristiana era culto del demonio.

Di nuovo, non esistevano streghe nel modo in cui la chiesa le definì. La pornografica, diabolica immagine descritta nel “Malleus Maleficarum” non aveva riferimento ad alcuna persona esistente.

Le “streghe” erano semplicemente donne. Questo è ciò che gli uomini intendevano, nelle loro stesse parole: “Qualsiasi malizia è piccola di fronte alla malizia delle donne (Ndt: cit. Ecclesiaste)… Cos’altro è la donna se non una nemica dell’amicizia, un castigo inevitabile, un male necessario, una tentazione naturale, una calamità desiderabile, un pericolo domestico, un danno succulento, una natura malvagia, dipinta di bei colori… Quando una donna pensa da sola, pensa il male… Le donne sono per natura strumenti di Satana – sono per natura carnali, un difetto strutturale che ha radici nella creazione originale.” (Malleus Maleficarum – Il martello delle streghe)

Il culto del demonio era definito in modo così vasto che qualsiasi rigetto femminile dell’autorità maschile era una prova potenziale di stregoneria. Ogni donna poteva essere una strega. Ogni sguardo o parola che offendevano un uomo, ogni discorso furente, ogni contatto non necessario con altre donne, ogni relazione sessuale esterna a quelle approvate dalla chiesa: tutto poteva sollecitare un’accusa di stregoneria. Umiliare e soggiogare le donne divenne un prominente progetto pubblico.

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Quando gli uomini sono messi sotto sorveglianza costante, limitati nella loro possibilità di parlare, disumanizzati, resi “altri” come sporchi e inerentemente malvagi, o soggetti a tortura e omicidio al minimo pretesto, lo si chiama fascismo. Quando le donne devono insegnare alle loro figlie a conformarsi a tale sorta di oppressione, generazione dopo generazione, senza nessun’altra speranza di sopravvivenza, gli uomini lo chiamano ordine naturale. (…)

Per centinaia di anni, ogni donna poteva essere buttata in prigione e lì essere torturata e aggredita sessualmente. Ogni donna poteva essere pornograficamente torturata in pubblico prima della sua esecuzione, di fronte ai suoi familiari se li aveva.

Perché lei non ha protestato? Ecco perché. Perché non ha difeso le altre donne? Ecco perché. Gli uomini europei hanno ritualmente abusato di ogni donna che esprimesse solidarietà per le altre o che chiedesse indipendenza per se stessa, per generazioni.

Gli uomini forzarono le donne a testimoniare contro altre donne, persino contro le loro madri, per vivere. La distruzione della storia della leadership comunitaria delle donne, della loro indipendenza economica, del loro reciproco sostegno non è stata così completa da non lasciare prove della sua esistenza. Ma la pratica usuale della solidarietà femminile fu così totalmente devastata che fa ancora notizia, per noi, parlare di darci reciproco sostegno. (…)

Certamente non è stata l’Inquisizione a inventare il patriarcato, la tortura e i regimi di terrore pubblico progettati per spezzare la volontà di popoli conquistati. Pure, ha messo in moto una serie di forti norme sociali che restano con noi.

Le donne continuano a essere cacciate dai luoghi di lavoro dagli assalti maschili, continuano a essere denigrate pubblicamente in modi specifici rispetto al sesso, continuano a essere torturate per intrattenimento dall’industria del sesso e continuano a essere uccise per non aver compiaciuto gli uomini.

Come allora, come sempre, queste ferite sommano degradazione e svantaggio. Sebbene possano sembrarci molto personali quando siamo soggette a esse, agli uomini che beneficiano dall’impedirci l’accesso al potere e alle risorse non importa veramente chi siamo. Se ci fosse stata un’altra donna, al nostro posto, lo avrebbero fatto a lei.

E’ il risultato di un progetto politico lungo secoli che ha come scopo la distruzione della volontà delle donne, del loro potere e della loro indipendenza. Ciò non sarà restaurato senza una resistenza politica che abbia la stessa determinazione. Perché, come dice Lierre Keith, l’oppressione non è un fraintendimento.

Questo è il modo in cui hanno fatto di lei una prigioniera politica nella sua stessa casa. Questo è il modo in cui l’hanno spezzata. Ricordalo.

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