(brano tratto da: “Men’s violence against women immense global problem”, di Lena Ag, Segretaria generale della Fondazione Kvinna till Kvinna, 17.6.2016. Trad. Maria G. Di Rienzo. La Fondazione lavora per i diritti umani delle donne e la pace, concentrandosi su sei aree tematiche: creare luoghi d’incontro sicuro, sostenere le difensore dei diritti umani delle donne, aumentare il potere delle donne, aumentare il numero di donne nei processi di pace, signoria sul proprio corpo per ciascuna/o e sicurezza per tutte/i.)
(…) La violenza contro le donne non ha nulla a che fare con la classe sociale o il grado di istruzione: la trovi in tutti i gruppi della società. E non ha nulla a che fare con religione o etnia. Ha a che fare con norme patriarcali e conservatorismo sociale ed è basata sulle idee della subordinazione delle donne e del “naturale” potere degli uomini sulla famiglia. Rachida Manjoo, la Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, attesta che il problema di base in molte parti del mondo è che le donne sono considerate proprietà degli uomini.
Infatti, la violenza maschile contro le donne è un’istanza globale di sicurezza di immense dimensioni, una minaccia che segue le donne durante tutto il ciclo della loro vita e circoscrive tutti gli aspetti delle loro esistenze. Secondo un rilevante rapporto dell’Unione Europea pubblicato nel 2014, una donna su tre in Europa è a qualche punto della sua vita stata vittima di violenza o di abuso sessuale.
Le ricerche mostrano che grazie agli aborti selettivi per genere, la denutrizione e l’infanticidio femminile, la popolazione mondiale manca di 100 milioni di donne. Milioni di donne e bambine sono sottoposte a mutilazione genitale, sono vendute e comprate come schiave sessuali sono soggette a discriminazione nella società e in nome della legge, migliaia e migliaia sono uccise, picchiate o forzate a commettere suicidio in nome dell’onore. Le donne sono arse, torturate, assassinate da mariti e parenti… L’epicentro della violenza sono i corpi e la sessualità delle donne, il corpo femminile dev’essere conquistato e controllato, e il farlo è ancora un simbolo di status e di virilità.
Viviamo in un mondo violento, in cui anche gli uomini sono esposti a un bel po’ di violenza. La differenza è che le donne sono soggette a violenza anche nelle proprie case e da parte delle proprie famiglie, in circostanze in cui dovrebbero essere in grado di sentirsi al sicuro.
Ultimamente, ho l’impressione che la conoscenza di questa particolare differenza, quando si tratta di violenza contro le donne, sia stata dimenticata o sia al minimo diminuita. Ecco perché è così importante ricordare questi fatti, e che la “violenza quotidiana” è così estesa, così enorme in effetti, da includere donne in tutto il mondo e deve perciò divenire parte del discorso globale sulla sicurezza.