Ignoro chi abbia scritto il seguente pezzo per il Corriere del Veneto, pubblicato il 15 giugno 2016, perché la firma non appare. Chiunque sia, ho solo due suggerimenti per lui/lei:
1) si scusi e cambi professione;
2) si scusi, smetta di scrivere per un po’ e affronti un percorso di formazione sulla violenza di genere prima di ricominciare.
Titolo: “VICENZA – Atti sessuali con una ragazzina, condannato maestro di arti marziali”
Occhiello: “Un vicentino di 45 anni seduce una giovanissima allieva dei suoi corsi di Taekwondo, la famiglia padovana sporge denuncia. Un anno e dieci mesi di carcere, pena sospesa”
Articolo: “Probabilmente era iniziato tutto come un gioco innocente, nella palestra comunale di Taekwondo di un piccolo municipio vicentino. Per il maestro d’arti marziali la storia d’amore con quell’allieva era iniziata con timidi sorrisi, poi baci e carezze, tutte ricambiate e sempre più intense: salvo che lui di anni ne aveva 45 anni, lei 14 compiuti da due mesi.
Un insegnante vicentino di Taekwondo è stato condannato dal giudice per l’indagine preliminare Roberto Venditti del tribunale di Vicenza a un anno e dieci mesi di carcere, ma la pena è stata sospesa per la condizionale. La vicenda è emersa un paio di anni fa, quando la famiglia della ragazzina – un’adolescente della provincia di Padova – ha sporto denuncia: la storia fra i due, iniziata con l’insegnamento di mosse di arti marziali in palestra, andava avanti già da un paio d’anni. L’allenatore vicentino è stato accusato di atti sessuali con minorenne, con l’aggravante di aver abusato di una minore che era stata affidata a lui. Il giudice ha accettato di concedere le attenuanti generiche, perché quando la storia è venuta a galla l’uomo ha accettato di troncare ogni contatto con la giovane, e perché era incensurato.”
Un uomo che potrebbe essere tuo padre, a cui sei “affidata” affinché ti istruisca e che se anche conosce le norme di legge sul consenso in ambito sessuale se ne frega, con l’ausilio della sua posizione di “maestro” che giocoforza esercita una pressione psicologica nei tuoi confronti, dà inizio a un gioco innocente fatto di timidi sorrisi e baci e carezze: perché è così che gli atti di libidine di un adulto su una ragazzina si chiamano oggi. Un fottuto stronzo di 45 anni ha cominciato a palparla in modo del tutto “innocente”, giocando a “dottore e paziente” come quando stava all’asilo, una cosa del tutto normale perdinci, poi si sa, qualcosa gli ha riempito le mutande ma lui – timidissimo – non se ne rendeva quasi conto…
E’ una storia d’amore, ci assicura il cronista con le lacrime agli occhi e le bave che colano, certissimo che la ragazzina “ci stava” (ricambiava tutto, sempre più intensamente, secondo questo cialtrone che sembra star guardano un film porno e vuole che anche noi si legga la vicenda in tal modo: manca solo che scriva “Porca la piccola, eh?”), e in più è una storia che andava avanti da due anni. Dal testo non è chiaro, ma se i genitori hanno sporto denuncia quando la figlia aveva 14 anni e due mesi la cosa è cominciata quando ne aveva 12: e la legge – codice penale – non prende in considerazione l’eventuale “consenso” di una minore di 13 anni a un rapporto sessuale. A 14 anni viceversa si può esprimere consenso purché la persona con cui si ha il rapporto non sia “l’ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore, ovvero conviva con il minore, o che il minore gli sia stato affidato per ragioni di cura, educazione, istruzione, vigilanza o custodia”.
Quindi, comunque stiano le cose, per il codice penale il signor maestro di arti marziali ha violato la legge – e una creatura che, a 14 anni, è poco più di una bambina. Che poi il giudice consideri attenuanti nel suo caso il fatto di essere incensurato e l’aver “accettato di troncare ogni contatto con la giovane” (che generosità!) e gli sospenda la pena significa solo che, come accade assai spesso, gli uomini che abusano sessualmente di bambine, ragazze e donne non sono considerati davvero colpevoli.
L’autore (o l’autrice) del pezzo ignobile riportato sopra, per esempio, è certissimo che il buon maestro “innamorato” non abbia colpa alcuna: la soave narrazione della sua innocenza pedofila legittima lui a riprovarci con la prossima vulnerabile allieva adolescente che gli aggradi e legittima qualsiasi altro uomo si trovi in situazioni simili a fare altrettanto. Ecco perché credo lei debba cambiar mestiere o migliorare le sue capacità professionali, signor cronista. Maria G. Di Rienzo