Naturalmente cerco di prendere tutto quel che leggo sui quotidiani cum grano salis, ma sembra che almeno uno dei giovani signori che avrebbero “reagito” alla “giocattolizzazione” della loro fede (ci sei, Bergoglio?) facendo stragi in quel di Parigi, il Corano non lo abbia mai aperto: ha letto l’interpretazione sul web. Salah Abdeslam sarebbe insomma un “laureato all’Università YouTube”, come si dice da noi, un ignorante infarcito di nozioni pescate a caso su internet e scollegate sia fra loro sia da qualsiasi approfondimento o riflessione.
Secondo il suo avvocato belga, che lo gratifica di ogni sorta di epiteti poco lusinghieri parlando della sua intelligenza, appartiene a una generazione che crede di vivere in un videogioco. Non so quanti anni abbia l’inviato de La Stampa che oggi, 28 aprile 2016, riporta la notizia dell’estradizione in Francia di Salah Abdeslam, ma a giudicare dal suo articolo potrebbe appartenere alla medesima generazione di young and ignorant people: citando l’avvocato suddetto infatti scrive “… c’è stato uno scambio di colpi, ma io so’ difendermi.”
Signore, mi ascolta? Coniugazione del verbo sapere, presente indicativo – io so, tu sai, egli sa, noi sappiamo, voi sapete, essi sanno. So’ è, al massimo, l’elisione di “sono”, presente soprattutto in alcuni dialetti: “Ciao, so’ Gino, che fai, esci?” “Nun posso, sto a scrive n’articolo… è difficile, perché lo devo scrive in lingua straniera… in italiano, li mortacci.”
Maria G. Di Rienzo