(“Baghdad Before the Occupation”, di Amal Al-Jubouri, poeta contemporanea e attivista per i diritti umani nata a Baghdad – Iraq, trad. Maria G. Di Rienzo. In una recentissima intervista (12 aprile u.s.), Amal ha raccontato di come a 16 anni perse la voce e come la ritrovò: aveva partecipato a un festival di poesia e i suoi fratelli adolescenti intendevano ucciderla per questo. “Ero terrorizzata… e come risultato, divenni muta.” Ma la sua voce tornò a lei poco tempo dopo, quando il poeta Nizar al-Qabbani disse pubblicamente: Io mi sono sposato nel 1963 e l’Iraq allora era una società dalla mente aperta. Com’è che nel 1984 una giovane poeta viene minacciata solo per aver partecipato a un festival? “Questa storia diede una scossa al mio cervello e ripresi a parlare.”, ha detto Amal. Due anni dopo avrebbe pubblicato la sua prima raccolta di poesie e più tardi avrebbe lavorato in televisione a un proprio programma culturale. Nel 1997 è fuggita dall’Iraq con sua figlia e si è stabilita a Monaco, in Germania. Sempre nell’intervista parla dell’esplosione di un’autobomba nella Strada Al-Mutanabbi (5 marzo 2007, 26 vittime) e della lezione che da essa ha appreso: “Perdonare, ma non dimenticare. E non aprire le porte alla vendetta.” La strada porta il nome di un poeta iracheno del 10° secolo ed è sempre stata il cuore della Baghdad letteraria e intellettuale. Dopo il disastro, ci volle un anno di lavoro per riaprirla.)
BAGHDAD PRIMA DELL’OCCUPAZIONE
La mia solitudine, a cui sono sempre tornata
Città che custodisce la mia religione segreta nelle sue biblioteche
Sono tornata per posare la testa sulla sua spalla
e, con un solo sguardo, lei ha visto quanto stanca ero.
Ha avvolto i suoi giardini, la sua fragranza, attorno a me
Mi ha riscaldata e nei suoi occhi ho visto
quanto sciocca ero stata
Le mie poesie erano lacrime che avevano raggiunto la mia amata
ben prima che lo facessi io
(Festival Internazionale dei Fiori a Baghdad)