Aurelia Martina Arzú ha cinquant’anni e vive in Honduras. Poiché nessuna lista delle “donne più qualcosa del 2015” la include, ho deciso di celebrarla io. La sua esclusione dalle liste di belle – sexy – eleganti – ricche – famose eccetera non è una sorpresa e tanto meno una preoccupazione sia per lei sia per me: la cosa strana è che nessuno sta facendo una lista celebrativa delle donne come Aurelia, quelle che sono importantissime perché con il loro lavoro tengono insieme questo mondo, lo curano, lo cambiano in meglio.
Nello specifico Aurelia, che fa parte dell’associazione di attiviste/i Ofraneh (Organización Fraternal Negra Hondureña), è determinata:
a proteggere la sua comunità dalle devastazioni imputabili al cambiamento climatico (di cui ha fatto esperienza in prima persona quando il suo villaggio, Santa Rosa de Aguan, fu semidistrutto da un uragano);
a lottare con le persone Garifuna – i discendenti di africani, caraibici e arawak che vivono nell’America Centrale – per i loro diritti sociali, economici, culturali e territoriali;
a mettere fine alla violenza domestica e al patriarcato nella propria cultura.
“I problemi che avevamo dopo l’uragano, nel 1998, – racconta Aurelia – hanno i loro strascichi ambientali ancora oggi. Il cambiamento climatico ha distrutto molte delle risorse naturali a cui facevamo riferimento. Le 46 comunità Garifuna, per la maggior parte stanziate sulla costa, sono a rischio di sparizione: la tradizione le connette profondamente alla Terra tramite l’agricoltura, la pesca, le fattorie e tutto questo è svanito o in pericolo di svanire. I soldi possono andare e venire, ma difendere il suolo è di vitale importanza, il suolo dura la vita intera.”
L’attivista dice anche che le donne Garifuna sono eccezionalmente forti e presenti nella lotta per i diritti sulla terra: “Se c’è una dimostrazione, le donne Garifuna ci sono. Se ci sono assemblee, le donne Garifuna si alzano e prendono parola. Se c’è da proteggere i bambini, le donne Garifuna sono le prime. Nonostante facciano esperienza di violenza domestica, manchi loro indipendenza economica e siano oppresse dal machismo, ci sono. Le donne devono avere i loro diritti: il diritto alla libertà, a fare quel che desiderano delle loro vite, perché possono. E dovrebbero avere il diritto di scegliere il/la proprio/a partner. Il patriarcato e il machismo devono essere eliminati affinché le donne possano essere se stesse e agire in base a se stesse, non in base a ciò che è stato loro imposto.”
Nel tempo libero che riesce a ritagliarsi, ad Aurelia piace ballare. E’ anche l’allenatrice della squadra di calcio locale: una squadra maschile, per vostra informazione. Maria G. Di Rienzo