(“EU Gender Mainstreaming: European Parliament Needs Greater Commitment”, di Angelika Mlinar – parlamentare europea liberal-democratica, relatrice al Parlamento Europeo sul mainstreaming di genere, 2 dicembre 2015, trad. Maria G. Di Rienzo. In realtà la signora Mlinar è un’agente di Satana che vuole far diventare transumani e infrociti i bambini europei, così, perché il suo sulfureo padrone ci si diverte, e io sono una demone inferiore addetta alla diffusione della piaga-giender…)
Secondo la Commissione Europea, il mainstreaming di genere è “l’integrazione della prospettiva di genere in ogni aspetto degli interventi dell’UE – preparazione, progettazione, implementazione, monitoraggio e valutazione delle politiche, delle misure legali e dei programmi di spesa – con la visione del raggiungimento dell’eguaglianza fra donne e uomini”.
L’Unione Europea riconosce l’eguaglianza fra donne e uomini come un diritto fondamentale, un comune valore dell’UE e una condizione necessaria affinché l’Unione raggiunga i suoi obiettivi di sviluppo, impiego e coesione sociale. Purtroppo, il concetto del mainstreaming di genere è o sconosciuto o sottostimato da molti decisori.
Capire come progettare, pianificare, implementare, monitorare e valutare da una prospettiva di genere rafforzerà le politiche dell’Unione Europea. Aumenterà la sua rilevanza sociale e assicurerà che i diritti fondamentali sanciti nei trattati e nella Carta siano pienamente rispettati.
Per raggiungere questo scopo, il mainstreaming di genere dovrebbe essere visto come un processo continuo, sostenuto da sforzi sistemaci per integrare il genere a ogni livello, in tutte le aree e tutti gli stadi della formazione di politiche e dei processi di implementazione.
Il Parlamento Europeo sostiene l’implementazione del mainstreaming di genere nel suo lavoro. La prima risoluzione plenaria sul mainstreaming di genere fu adottata nel 2003, stabilendo una rete di membri che assicurano l’implementazione nel lavoro di ogni comitato. Il comitato per i diritti delle donne e l’eguaglianza di genere è responsabile per l’implementazione e il successivo sviluppo del mainstreaming di genere in ogni settore politico e di fornire risorse alla rete summenzionata.
Ogni due anni, questo comitato redige un rapporto sul mainstreaming di genere nel lavoro dei comitati e delle delegazioni parlamentari. Durante la precedente legislatura, due rapporti sono stati adottati in plenaria.
Quest’ultimo rapporto prende avvio dallo stato dell’arte all’interno del Parlamento nel promuovere e raggiungere il mainstreaming di genere e contiene anche raccomandazioni concrete su come estendere tali obiettivi. Come attuale relatrice il mio scopo è nello specifico il considerare due aspetti dell’integrazione di una prospettiva di genere all’interno dei processi politici: la rappresentazione di genere nella forza lavoro e nella sfera decisionale politica.
Il mainstreaming di genere non è mera responsabilità di specifici individui che lavorano in determinate aree o unità. La responsabilità appartiene all’intero staff sotto la guida dei dirigenti e a ogni comitato e delegazione parlamentare.
E’ anche rilevante sottolineare che il mainstreaming di genere da solo non basta, dev’essere accoppiato ad azioni specifiche, non è un obiettivo politico in se stesso, ma piuttosto un mezzo per raggiungere l’eguaglianza di genere.