(“Insomnia, Nyangoma and the rain”, di Amina Doherty, trad. Maria G. Di Rienzo. Amina è una femminista nigeriana e un’art-ivista, nel senso che mette poesia, musica, fotografia e altre forme di creatività nel suo impegno per i diritti delle donne, per il sostegno alla gioventù e per la giustizia economica.)
Il suono di gocce pesanti che picchiano contro il tetto di ferro ondulato
mimando suoni ancestrali, battiti di tamburo e antichi richiami…
Madre del Tamburo.
Nyangoma (1) la chiamano…
Mi forza con ogni battito a restare sveglia e ascoltarla… ad ascoltare
le sue storie.
Per permettere a me stessa di provare emozioni.
Per permettere a lei di guarire.
Per liberare.
Nyangoma dà inizio alla sua danza.
Dapprima comincia piano costruendo ogni momento… ma non c’è ordine
nei suoi movimenti. Sono sporadici e disparati.
Djemebe e Doundoun. (2)
Tuono e Fulmine.
Energia.
E mentre la pioggia diminuisce (solo un po’) Insonnia freme dal desiderio
di guardare Nyangoma prendere di nuovo l’iniziativa. Un’altra danza.
Al Fenicottero Rosa, mariposas che battono le ali, Rapsodia in Blu, la suite di Firebird.
Un concerto composto perfettamente.
Ordine.
Energia.
Insonnia è affascinata e per un momento non riesce a respirare. Lei è
avvolta nella magia.
Poi in un attimo – Silenzio.
Nyangoma se n’è andata.
E lentamente i miei occhi cominciano a chiudersi mentre il sole comincia a sorgere.
E in modi che neppure lei capisce ancora, Nyangoma ha placato
la mente irrequieta di Insonnia.
Le sue palpebre si fanno pesanti mentre Nyangoma sussurra
Dormi, preziosa. Dormi.
Lascia che il tuo corpo riposi.
(1) Nyangoma, che significa letteralmente “Madre del tamburo”, è un nome spesso dato alla prima nata di due gemelli (il secondo gemello può essere indifferentemente maschio o femmina), ove il “tamburo” è sinonimo per la placenta.
(2) due strumenti di origine africana, rispettivamente tamburo a calice e tamburo cilindrico.