“Sono sempre stata affascinata dall’idea di un piccolo seme che contiene al suo interno il potenziale per diventare un albero gigantesco.”, dice Asmaa Benachir, artista e designer, “Io credo che le persone siano piccoli semi. Ognuno ha il potenziale per diventare qualcosa di più grande di se stesso. In “Ali Baba e i 40 ladroni”, il seme di sesamo ha il potere di aprire le porte. Crescendo, questo piccolo seme ci dà la capacità di rompere le barriere e di raggiungere nuove vette di conoscenza e di comprensione inter-culturale.”
Benachir contribuì nel 1990 a fondare un’associazione che promuove arte e cultura nel suo paese, il Marocco, e ne fu la presidente per 10 anni: “Questa esperienza rafforzò la mia convinzione che l’arte permette alle persone marginalizzate di avere accesso ad una vita migliore. Perciò rassegnai le dimissioni e nel 2009 aprii il caffè letterario Au Grain de Sésame / Seme di sesamo.”
Il Seme di Sesamo sta nella “medina” (città vecchia) di Rabat, che è “patrimonio culturale intangibile” per l’Unesco, ma non è esattamente un quartiere di lusso. La cosa straordinaria è che le donne locali hanno da subito affollato il caffè, trasformandolo in un batter d’occhio in laboratorio permanente: “Dopo aver parlato con loro, dei loro bisogni e del desiderio di migliorare le loro condizioni, ho deciso di condividere con queste donne le mie conoscenze ed esperienze artistiche. Molte di loro sono abili artigiane ma a differenza dei maschi sono illetterate e non sanno come commercializzare e vendere i loro prodotti in modo efficace. Numerose donne della medina specializzate in ricamo, ad esempio, sapevano riprodurre qualsiasi punto o schema venisse loro insegnato, ma non erano capaci di creare disegni propri.” Prima che Asmaa Benachir fornisse loro le ali con cui volare tramite i suoi seminari, beninteso.
“Avevo sperimentato nuove tecniche per creare vari prodotti ecologici, fra cui scatole, mobili e decorazioni per pareti, usando carta riciclata, e dalla fine del 2010 le insegno nei seminari per le donne emarginate e diseredate di Rabat e Salé (cittadina collegata alla capitale al punto da fungere da “sobborgo”).”
Le donne del Seme di Sesamo creano nuovi stili che combinano le tecniche artigianali tradizionali all’uso di materiali completamente naturali: in pratica tutto ciò che hanno intorno in cucina, nell’orto, in giardino o nei vasi alle finestre diventa materiale artistico, come le scorze delle noci essiccate e finemente tritate sino a diventare pittura per oggetti.
“Nel contempo”, spiega sempre Benachir, “apprendono come progredire a livello artistico e personale, quali sono i loro diritti sociali e lavorativi, come continuare a lavorare da sole o a mettere in piedi cooperative una volta terminati i seminari. La fusione delle tecniche dell’artigianato tradizionale con stili moderni e internazionali ci ha permesso di preservare la nostra eredità culturale mentre sviluppiamo nuove espressioni artistiche.”
Il sistema ha riscosso abbastanza successo da conseguire premi a livello internazionale e aver bisogno di nuovi spazi: oggi il Seme di Sesamo consta del caffè, della galleria d’arte, del laboratorio e della sala d’esposizione dei prodotti artigianali. Parecchie donne che vivevano in povertà sono state messe in grado di fare delle loro capacità creative una professione.
“Al Seme di Sesamo noi crediamo che lo sviluppo del capitale umano in campo artistico posso dare un contributo vitale al miglioramento delle condizioni socioeconomiche, in modo sostenibile. Lo sviluppo in campo artistico incoraggia l’inclusione sociale e promuove il dialogo culturale. Il nostro scopo principale è aiutare le donne della medina di Rabat – Salé ad ottenere indipendenza economica.”
(Nel 2014, Asmaa Benachir è stata premiata per il miglior progetto di scambio culturale dal “Museum Connect Program”: artiste e universitarie marocchine e statunitensi hanno aperto un processo di documentazione della storia orale delle donne artiste, chiamato “Dal lavoro delle mani di lei”. La foto si riferisce ad una sessione di lavoro congiunta al “Seme di Sesamo”.) Maria G. Di Rienzo
P.S. Sabato e domenica, come già sapete, sono via. Ci risentiamo qui martedì.