Yanar Mohammed, femminista e fondatrice dell’OWFI – Organizzazione per la libertà delle donne in Iraq – è una vecchia conoscenza per queste pagine.
https://lunanuvola.wordpress.com/2010/01/08/auguri-dalliraq/
https://lunanuvola.wordpress.com/2014/10/12/scontro-di-ideologie-non-di-civilta/
Nell’immagine qui sopra la vedete con in braccio una bimba nata nella “Pacifica Fattoria delle Donne”, un rifugio che l’OWFI, in collaborazione con l’ong internazionale MADRE, ha creato per le donne che fuggono dalle persecuzioni dell’Isis. La madre della piccina, Reemah, è arrivata alla Fattoria sola, incinta e in possesso unicamente degli abiti che aveva addosso: le altre residenti l’hanno prontamente soccorsa e sostenuta organizzandosi per fornire alla neonata tutto il necessario. Reemah dice di trovare conforto in questa amicizia e nel lavoro alla fattoria: anche se pensa che non si sentirà mai più davvero al sicuro dopo quel che ha passato, sta lentamente ricostruendo la sua vita.
La “Pacifica Fattoria delle Donne” si trova nell’Iraq del sud, in prossimità della città di Karbala. All’inizio di quest’anno, l’OWFI ha acquistato un lembo di terra e MADRE ha fornito le attrezzature di base. Attualmente, vi risiedono 54 donne capi-famiglia e le loro figlie e figli. Non sono ancora completamente autosufficienti e l’Organizzazione per la libertà delle donne in Iraq fornisce loro cibo e copre le loro spese mediche, ma le coltivazioni stanno cominciando a prosperare: melanzane, peperoni, cetrioli, pomodori e gombo (okra) vanno a gonfie vele.
Fra le bambine che vivono alla Fattoria c’è Asma. Della sua famiglia, massacrata dall’Isis, restano lei e sua madre. A soli 9 anni, Asma ha già sperimentato abbastanza violenza e dolore per l’intera vita: pure, dopo pochi mesi di permanenza in un luogo che accoglie e dà valore alle donne ha ricominciato a mostrare la sua personalità forte e positiva. E’ praticamente la capo-attivista per il benessere dei bambini in loco, prende nota dei loro bisogni – dai calzini ai libri – e li comunica alle volontarie dell’OWFI e si assicura che tutti siano soddisfatti e vadano d’accordo.
Ah, sì: ma di fronte ai massacri e alle guerre e alle indegnità degli estremismi religiosi dove sono le femministe, cosa fanno le femministe, eh? Magari, se i media togliessero qualche spazio ai culi e ai tacchi (solo qualche, per carità) che spacciano come essenziali notizie sulle donne, il lavoro di Yanar e delle migliaia di altre come lei comincerebbe ad essere visibile e le domande idiote su “cosa fanno le femministe” calerebbero di numero. Spes ultima dea… Maria G. Di Rienzo