“Ho percepito subito che queste ragazze erano la storia che volevo raccontare. Grazie a loro, è stato meraviglioso tornare a casa con un senso di esaltazione da una parte del mondo di cui senti solo notizie terribili.” Così la fotografa Jessica Fulford-Dobson, nell’immagine qui sotto, spiega la sua decisione di allestire la mostra “Skate girls of Kabul”.
Jessica ha cominciato a fotografare le piccole skaters afghane nel 2013 con l’appoggio di “Skateistan”, una ong impegnata a sostenere la gioventù del paese tramite istruzione e sport. La settimana scorsa, la sua mostra ha fatto sensazione a Londra.
“E’ molto raro trovarsi in un posto dove vedi 300 ragazzine insieme sugli skateboard. – racconta ancora la fotografa – Il minibus dell’associazione passa a raccoglierle e quando arrivano al parco scendono correndo, più eccitate delle scolarette che vedi di solito… perché negli altri giorni della settimana queste bambine lavorano, nel mezzo dei loro studi. Se guardi le loro mani da vicino vedi i segni del duro lavoro manuale che svolgono: per le strade e nelle case.”
La maggioranza dei giovani che frequentano “Skateistan” vengono da famiglie impoverite o di basso reddito. Il 40% sono bambine e ragazze. Alcune sono piccole ribelli, altre mostrano già i segni di un’attitudine alla leadership che il progetto mira a nutrire, sullo skate tutte si comportano come se quello fosse il momento migliore della loro giornata.
“Quando le vedi volteggiare vedi in loro il potere di dire: Fatemi spazio, sto arrivando.” Maria G. Di Rienzo