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Volevo istruzione, prosperità e dignità

25 febbraio 2015 di lunanuvola

eni lestari

Eni Lestari, indonesiana (nell’immagine), andò a lavorare come domestica in Hong Kong quando le politiche di sviluppo nel suo paese d’origine gettarono la sua famiglia nella povertà e nel debito, lasciando a lei nessuna possibilità di continuare a studiare o di trovare un impiego. Come milioni di altre giovani donne, in tutto il mondo, mise le sue speranze nel diventare una lavoratrice migrante, ma dovette accorgersi presto che la realtà le offriva solo sfruttamento e abuso. Lestari è oggi la guida dell’Alleanza Internazionale dei Migranti e membro dell’Asia Pacific Forum on Women. Questo è il discorso che ha tenuto alle Nazioni Unite il 19.2.2015 – trad. Maria G. Di Rienzo.

Parlo a nome dell’Asia Pacific Regional Civil Society Engagement Mechanism (Meccanismo di coinvolgimento della società civile – regione dell’Asia del Pacifico) e dell’Alleanza Internazionale dei Migranti, per assicurare che la voce di chi è più affetto e marginalizzato dal corrente modello di sviluppo sia udita.

Io sono una lavoratrice domestica migrante. Noi siamo fra i lavoratori più sfruttati e più soggetti ad abuso.

Come la maggior parte di voi, anch’io volevo istruzione, prosperità e dignità. Ma i diktat della globalizzazione e del neoliberismo, che esposero l’Indonesia ad una grave crisi, minacciavano la sicurezza e la sopravvivenza della mia famiglia, lasciandomi la sola scelta di migrare per lavoro. Similmente a quanto accade ad altri, ho scoperto presto che le promesse di un miglior guadagno e di un miglior futuro erano solo finzione. Debito, abuso e negazione dei diritti umani sono la realtà del sistema che promuove l’esportazione e lo sfruttamento della forza lavoro migrante.

Che significa, questo, per la Dichiarazione Politica post 2015 (Ndt.: Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite)? Significa stendere un impegno e creare un sentiero per smantellare le fondamenta del sistema economico globale che promuove diseguaglianza, migrazione forzata e dipendenza da lavoro a poco prezzo.

La Dichiarazione deve disegnare una visione per nuovi sistemi globali economici e politici davvero democratici, che siano giusti, sostenibili ed equi. Noi chiamiamo questo “sviluppo in giustizia” e io vi chiedo di incorporarlo nella Dichiarazione Politica.

Significa che dovete riconoscere come il sistema attuale dipenda dall’ingiustizia e produca ingiustizia e prendere l’impegno di porvi rimedio. Per fare ciò, tutti i cinque spostamenti fondamentali devono essere incorporati.

Primo, giustizia redistributiva che redistribuisca benessere, potere, risorse e opportunità fra le nazioni, fra ricchi e poveri e fra uomini e donne. La vostra dichiarazione deve essere un impegno alla democratizzazione delle istituzioni globali e del potere; allo smantellamento del commercio ingiusto, della finanza ingiusta e dei sistemi di investimento ingiusti; all’equa redistribuzione della terra e alla riforme agrarie che beneficiano i piccoli coltivatori e le comunità.

Secondo, giustizia economica, che significa costruire economie basate sulla solidarietà, la condivisione e la giustizia, nonché sull’eguale valore dei lavori e dei contributi di tutte le persone. Le economie non devono basarsi sulle rimesse di denaro dei migranti e sul loro sfruttamento.

Terzo, giustizia ambientale che abbia lo scopo di rendere questo pianeta abitabile per tutte le genti, in particolar modo quelle più marginalizzate, ora e in futuro.

Quarto, giustizia sociale e di genere, che non promuova solo l’eguaglianza di genere ma cerchi di metter fine al patriarcato e ai sistemi che si assicurano di pagare poco le donne per il loro lavoro o di non pagarle affatto, sul mercato e in casa.

Quinto, responsabilità trasparente nei confronti del popolo: un processo che renda i governi finalmente responsabili per gli impegni che hanno ripetutamente preso e ripetutamente disatteso nei confronti di miliardi di persone.

Spero che onorerete questa richiesta che non è solo mia: è ciò che chiedono i migranti e le donne come me. Per favore, siate ambiziosi, siate coraggiosi, siate onesti e giusti. Incorporate lo “sviluppo in giustizia” in questa Dichiarazione: e se non è così, ditemi per favore dove devo andare per ottenerlo.

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