Una di quelle
2 giugno 2014 di lunanuvola
(“Why don’t ‘those women’ just stay away from abusive men?!”, di Maya per Everyday Victim Blaming, 30 maggio 2014, trad. Maria G. Di Rienzo.)

Vorrei parlare un po’ del biasimo. Probabilmente non sarò del tutto coerente, perché la mia iper-vigilanza ha sfondato il tetto e non sono in grado di concentrarmi. Comunque, mi piacerebbe che le cose fossero semplici come lo “stare distante” da uomini che abusano. Ma lasciamo perdere il fatto che dirlo è biasimare le vittime e lo si usa come strategia. Io me ne sono andata. Ho presentato la richiesta di divorzio con il terrore che lui mi avrebbe uccisa. Mi ha punita per questo con uno stupro. Sentite simpatia per me rispetto a questo stupro che mi fa avere ancora gli incubi? No, mi biasimate.
Io ho fatto quel che volevate, l’ho lasciato e sono diventata una genitrice single. Che non è fare il lavoro di un genitore singolo ma di un genitore doppio – non avevo mai provato una spossatezza simile (sì, ho sempre lavorato fuori casa). Mi ricordo che i giornali hanno definito le madri single “la causa” dei disordini del 2011, e dichiarazioni sulla necessità per i bambini di avere un modello maschile. Le statistiche mostrano con sicurezza che più del 20% delle madri single sono tali perché hanno lasciato negli anni precedenti partner che abusavano di loro. Hanno fatto quel che volevate, andandosene. Mio figlio è un ragazzo che miete successi e, cosa più importante, che rispetta le donne. Perciò, siete fieri che io l’abbia cresciuto da sola? No, mi biasimate.
Per quanto si possa capire la violenza domestica è meglio avere consulenze al proposito, tanto per essere sicure di non “scegliere” un altro uomo violento. La consulente (donna) mi ha detto che dovevo tagliarmi i capelli e indossare magliette meno aderenti, perché stava mandando all’esterno “il messaggio sbagliato”. Questo è biasimo.
E io sono finita con un altro uomo violento, povera stupida! Poi ho finalmente ricordato che dovevo “stare distante”, tuttavia andarsene non ha significato che lui mi lasciasse andare e ho subito un serio stalking per circa un anno. L’avvocata (donna) avrebbe dovuto capire, non è vero? Be’, no. Ha detto questo: “Non sei troppo vecchia ormai, per tutta questa roba, per lo stare con degli uomini? Dovresti cominciare a prenderti le tue responsabilità.” Questo è biasimo.
Io sto davvero seguendo i vostri consigli attualmente. Sto distante dagli uomini che abusano, li evito e sto per conto mio, per essere al sicuro. Non voglio “sceglierne” un altro per sbaglio. Un uomo mi ha chiesto un appuntamento e io ho detto di no. Visto che ho detto di no, lui mi ha prima aggredita fisicamente, e poi mi ha denunciata al mio albo professionale con accuse totalmente false, dicendo che facevo sesso con uomini sul lavoro. Dato il ruolo che rivesto, è stata aperta un’indagine su di me.
Un vicino di casa mi ha chiesto come mai non mi aveva mai visto assieme ad un uomo (è un bel pezzo, in effetti, perché sto seguendo i vostri consigli davvero alla perfezione!). Ha detto che dovevo essere una lesbica (come se si trattasse di una specie di crimine) e che dovevo solo imparare a “farmelo piacere”, perciò mi ha bloccata e mi ha aggredita sessualmente. L’ho denunciato? No, certo, per paura del biasimo. Ci sarebbe anche di peggio, ma sapete, sono traumatizzata e lo devo lasciare alle spalle… Quel di cui sto parlando veramente è IL DIRITTO ACQUISITO MASCHILE. Se lo prendono perché possono farlo. E’ iscritto nella cultura.
Adesso sono – finalmente – in cura al CMHT, e questo vuol dire ancora più stigma e discriminazione (Ndt: CMHT sta per Community Mental Health Team, qualcosa di simile ad un Centro per l’igiene mentale, con un team composto da psichiatri, psicologi, assistenti sociali, infermieri, terapisti specifici.) Se ti rompi una gamba, ricevi sostegno e comprensione. Ma se qualcuno ti fa a pezzi la mente, ricevi pietà e biasimo.
Io non sarei in questo posto se non avessi fatto esperienza della violenza maschile. Durante gli incontri del team multi-disciplinare prenderanno decisioni su di me e io mi sento come un oggetto in mostra. So che mi andrà male perché sono a rischio di suicidio e sarebbe un grosso problema per loro. Lo stress post-traumatico ricade sotto la legge per la salute mentale, e ciò significa che loro possono prendere decisioni sulla mia libertà personale. Qualcun altro avrà di nuovo il controllo su di me. E io ho tentato di “stare distante”. Ma sembra che la mia vita sia sempre soggetta alle decisioni altrui.
Che succede se mi suicido? Vi sentirete tristi per me e arrabbiati per la violenza maschile? Ne dubito. Quelli che si suicidano sono egoisti, giusto? E anche questo è biasimo.
Perché state facendo questo a donne come me, quando il biasimo e la vergogna dovrebbero riguardare i perpetratori di violenza? La vergogna che provo mi ingoia completamente e penso di essere la persona peggiore che ci sia. Sto arrivando ad odiarmi. Mi vergogno di tutta la violenza commessa contro di me. In questo momento mi sto vergognando perché so cosa pensate delle malattie mentali. Non posso farci niente; è il prezzo che pago per i crimini maschili.
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