(“Everyday Sexism: five reasons why men shouldn’t shout at women in the street”, di Laura Bates per The Guardian, 10 ottobre 2013. Trad. e adattamento Maria G. Di Rienzo. A firma di Laura potete leggere anche:
https://lunanuvola.wordpress.com/2013/05/22/lettera-aperta-a-fb/
https://lunanuvola.wordpress.com/2013/04/13/il-nostro-pane-quotidiano/
https://lunanuvola.wordpress.com/2012/12/20/lettera-a-babbo-natale-da-tutte-le-donne/ )
Durante la scorsa settimana l’Everyday Sexism Project (Ndt. Il progetto è descritto nel secondo dei link riportati sopra) ha ricevuto un numero senza precedenti di storie da parte di donne che hanno sperimentato molestie in strada. I circa 300 incidenti di questa settimana sono vari, e molti vanno oltre la comune mistificazione delle molestie in luoghi pubblici come “strani richiami o fischi qui e là”.
Ecco alcuni esempi:
“Un tizio mi sussurra “troia” mentre passa oltre me sulle scale di Clapham Junction. Sono vestita per andare ad un funerale e non c’è modo di non capirlo.”
“Sull’autobus mi tirano oggetti e mi urlano oscenità due giovani uomini che chiedono favori sessuali.”
“Sono così stanca di quelli che mi dicono “sexy” per strada. Sono incinta di sei mesi, fratelli. Letteralmente, dovete solo lasciarmi in pace.”
“200 tifosi di football, fuori da un pub di Liverpool, cantano “Tira fuori le tette per i ragazzi” a due ragazze e quando queste si allontanano le inseguono. La polizia ignora.”
“Ho visto un uomo ubriaco tormentare una scolaretta e chiamarla “tesoro” mentre la pedinava. E’ snervante.”
“Mentre attraverso la strada in mezzo alla folla, un anziano mi afferra i fianchi con ambo le mani nel mentre mi dice di camminare più veloce. Mi scuoto, ma non mi lascia andare.”
“Sono appena stata seguita sino a casa da due neanderthaliani in macchina che mi urlavano “puttana, troia, racchia” ecc. perché avevo detto loro di lasciarmi in pace.”
Tutto questo ha indotto uno scoppio di frustrazione, qui al quartier generale di Everyday Sexism, e poiché le lettere aperte sembrano andare alla grande, al momento, ne abbiamo composta una anche noi…
Cari uomini che urlate alle donne per strada,
grazie per l’ultima volta. In effetti, no, non ho una “PELOSA CHE PRUDE!” ma la vostra sensazionale capacità di osservazione va notata: ho fatto scivolare la spazzola a livello dell’inguine mentre cercavo di tirare fuori qualcosa d’altro dalla mia borsa, perciò complimenti per l’urlo. Le brave persone che erano dal fiorista attaccato a casa mia, però, probabilmente non avevano bisogno di sentirvi schiamazzare dal finestrino della vostra auto. E’ facile che io non mi senta del tutto a mio agio nell’entrare dal fiorista per un po’.
Poiché stiamo facendo corrispondenza, penso che tenterò di spiegarvi perché NON VA BENE urlare alle donne in strada, dato che l’aver ripetutamente e chiaramente asserito che non ci piace e che non lo consideriamo un complimento, sembra non aver messo a posto la cosa. Qui di seguito ci sono cinque semplici ragioni sul perché:
1. Rovina cosa piacevoli.
Contrariamente alla diffamazione popolare, noi femministe non stiamo dicendo che ci sia qualcosa di sbagliato nel fare a qualcuno dei complimenti sull’abito che indossa o nel presentarsi gentilmente a qualcuno al bar. Vi stiamo chiedendo, per favore, di smettere di strillare cose sulle nostre tette con quanto fiato avete, o di dichiararci cosa vorreste fare alle nostre vagine quando non vi abbiamo dato il minimo segno del nostro interesse o della nostra disponibilità. Eh sì, il volume assordante delle attenzioni non volute ci mette spesso più che leggermente in guardia da ogni avance. Perciò, uomini che lamentate come le femministe uccidano il romanticismo e proibiscano i flirt, arrabbiatevi con tutti gli urlatori di neanderthal che ci sono là fuori: sono quelli che rovinano le cose per il resto di voi.
2. Non funziona.
E’ strano doverlo dire, ma il numero allucinante di casi che continuano ad accadere suggerisce come alcuni molestatori non abbiamo ancora afferrato questa semplice perla di saggezza: nessuna donna, mai, è corsa singhiozzando dietro l’auto dell’uomo che passando le ha urlato qualcosa sul suo didietro, implorandolo disperatamente di portarla al suo lussurioso letto.
3. La vostra logica ha delle pecche.
Sapete, quando una donna declina o ignora le vostre profferte non volute e strillate, e voi rispondete gridandole che è una troia, una vacca o una puttana? Nel vostro sentirvi oltraggiati per il diniego del diritto maschile fondamentale a molestare, la vostra logica va tristemente nel pallone. Le due cose non sono conseguenti. Pensateci su.
4. E’ proprio “passé”.
Urlare commenti sessuali non richiesti a donne di passaggio può essere stata, una volta, la via per provare le vostre credenziali machiste ai vostri pari, ma fa tanto anni ’90. L’uomo moderno ha il diritto di essere sfaccettato, tridimensionale e – ci credereste mai – persino di rispettare le donne. Abbiate un briciolo di fantasia, per favore.
5. Karma.
Attenzione al castigo fatale per l’aver urlato alle donne in strada: karma. Come le seguenti donne riportano a Everyday Sexism, è meno raro di quanto crediate.
Un uomo è appena caduto in mezzo ad un mucchio di barattoli perché era troppo occupato a dirmi stronzate per guardare dove andava.
Due tizi mi fischiano dietro e mi suonano il clacson dalla loro automobile. Pochi secondi dopo, vanno a sbattere per mancanza di concentrazione.
Ah ah! Qualcuno mi stava urlando dalla macchina e si è schiantato contro un cartello stradale.