(di Brittany “Beebs” Burton per Feminist Wire, 21 agosto 2013. Trad. Maria G. Di Rienzo. Brittany, sopravvissuta alla violenza sessuale, lavora con le università per prevenire tale violenza fra gli studenti.)
Fino a che non sei stata stuprata, non hai idea di come sia.
Non hai idea di come sia camminare in una stanza affollata e notare automaticamente le uscite, in caso qualcuno decida di aggredirti.
Non hai idea di come ci si senta in colpa nell’essere contente che il capo abbia una segretaria: perché questo significa che almeno qualcuno ti sentirà gridare.
Non hai idea di come sia sentir pronunciare la parola s-t-u-p-r-o. Quanto faccia fisicamente male. Il veleno che devi inghiottire. Il tipo di immagini che ti riporta in mente. Immagini che pensavi di aver cacciato così distanti da farle svanire. Immagini che, lo capisci in quel momento, lui ha marchiato a fuoco nella tua memoria. Immagini che saranno là il giorno del tuo compleanno, e durante le tue vacanze, e il giorno del tuo matrimonio, e in ogni giorno normale che ci sta in mezzo. Immagini che non se ne andranno mai.
Non hai idea di quanto orribile sia dover presentare materiale sull’assalto sessuale a stanze piene di gente. Quanto faticoso è tentare di convincere quella gente che deve solo essere civile e gentile. Ma lo fai. Perché hai paura che se non lo fai tu, nessun altro lo farà. E allora quando mai impareranno?
Non hai idea di quanto terribile sia pensare che se, nel passato, qualcun altro si fosse sentito appassionato quanto mi sento io ora potrei non aver motivo di scrivere questo pezzo. Potrei dormire senza incubi ricorrenti e fare l’amore senza paura. E potrei piangere per persone e cose molto più urgenti di un ragazzo qualsiasi che non ha voluto ascoltare quando gli ho detto di no.
Non hai idea di quanto sia doloroso ricordare me stessa come una di quelle persone che pensavano di non doversene preoccupare o che non avesse importanza. Principalmente perché sono cresciuta nella stessa cultura dello stupro in cui tu sei cresciuta/o, ma anche perché non è previsto che brutte cose accadano a “brave” persone.
Non saprai mai quante volte mi sono chiesta cosa avrei potuto fare in modo diverso. Se forse l’ho meritato o l’ho provocato. Non hai idea di quante volte qualcuno possa rivivere i dettagli di 10 minuti di tempo totale. Non capirai mai perché io faccia le cose che faccio, o dica le cose che dico. Perché sono così scossa e di cattivo umore un minuto, e serena quello dopo. E probabilmente penserai, almeno una volta, che sono una psicopatica.
Non hai idea di quanto ti esaurisca sentirsi in questo modo. Prendersela a cuore per uno stupido commento, o una situazione, o una parola. Aver voglia di urlare e piangere e parlare e precipitare, tutto insieme. Ma tutto quel che puoi farci è pregare un dio della cui esistenza non sei più certa che le cose vadano meglio, che le cose cambino.
Tu non sai come sia considerare la tua vita dopo e pianificarla di conseguenza. Desiderare di aver solo figli maschi, e di insegnare loro a comportarsi da uomini civili. Desiderare di non avere femmine, perché dio non voglia che debbano vivere in un mondo in cui è normale per una donna sentirsi come mi sento io.
Non hai idea di quanto sia debilitante ascoltare i docenti dire alle loro studentesse che possono prendere lezioni di difesa dallo stupro, sapere che provvederanno istruzioni su come avere “festini intelligenti” e che insegneranno alle ragazze “a rispettare se stesse, così pure gli altri le rispetteranno”. Ma non danno lezioni agli uomini su come stuprare qualcuno distrugga la vita della vittima.
Non hai idea di quant’è frustrante quando estranei, familiari ed amici ti dicono di trovare qualcosa che ti appassioni. Di “essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, ma poi ti evitano e ti giudicano male quando tenti. Sei quella che loro guardano con compassione, quella che li mette a disagio, o quella che li costringe a riconoscere la realtà di questi crimini.
E quel che è più importante: tu non hai idea di come ci si senta a scrivere questo. E non fraintendermi. Nessuna dovrebbe sentirsi così. Ma siamo in molte.