(“Agri Yumma, Agri!”, di Anab Mohamed, attivista per i diritti umani delle donne. World Pulse, luglio 2013. Trad. Maria G. Di Rienzo)
Da bambina, mia madre restava alzata a studiare sino a tardi, nella notte, e la mia bisnonna era solita dirle: “Agri Yumma, Agri!”. Queste parole, che nella mia lingua significano “Leggi, cara, leggi!” si sono fatte strada nel cuore di mia madre e là si sono sistemate, diventando in seguito la forza trainante che sta dietro a tutto quel che io faccio.
Spesso mi chiedo in che modo una donna come la mia bisnonna capisse così bene il valore dell’istruzione, qualcosa che le donne nella mia comunità sono quasi impossibilitate a raggiungere. Come poteva lei, venendo da una generazione in cui tradizioni e costumi limitavano le donne, comprendere il valore critico dell’istruzione nelle vite di tutti? Ma in qualche modo aveva acquisito questa consapevolezza e con questa consapevolezza ha ispirato le generazioni a lei successive. Quando le donne sono consce del valore dell’istruzione, diventano motori d’energia che spingono altre donne e bambine a cercarla, nonostante tutte le sfide che si trovano di fronte.
Nella mia patria, il Sudan, le sfide sono molteplici e le ragazze incontrano diverse barriere all’accesso all’istruzione, che nascono dalle difficoltà economiche, dalle credenze culturali e dall’instabilità politica. Per quanto io vada indietro con la memoria, trovo un Sudan devastato dal conflitto. Nelle aree distrutte dalla guerra, le ragazze pagano il costo dei conflitti armati non solo con i loro corpi, ma con le loro menti. Queste regioni hanno infrastrutture insufficienti e nessuna scuola. Ottenere un’istruzione è una strada in salita; spesso le ragazze lasciano le loro famiglie per tentare di averla. Siamo un paese che spende il 70% del suo budget per conflitti armati, difesa e spionaggio. Si potrebbe pensare che con tali disponibilità dovremmo essere in grado di mettere da parte qualcosa sufficiente a sostenere i sistemi educativi, ma pare che non sia il caso: e questo è un enorme ostacolo per le ragazze.
La povertà e le difficoltà finanziarie sono altri ostacoli. Le famiglie svantaggiate dal punto di vista economico investiranno più facilmente nell’istruzione dei loro figli maschi. Preferiscono mandare a scuola i ragazzi, perché credono che una figlia istruita non produrrà lo stesso ritorno di un figlio istruito. Questo pericoloso scenario è presente in tutto il Sudan e impedisce alle nostre ragazze di diventare le donne che dovrebbero essere.
Tuttavia, ci sono soluzioni critiche che possono aiutare a promuovere l’accesso delle ragazze all’istruzione. Una è la necessità di aiutare le famiglie ad investire nell’istruzione delle loro figlie. Le famiglie devono capire che le ragazze istruite crescono sino ad essere donne forti, capaci di cambiare le società e le nazioni. Dobbiamo far crescere la consapevolezza di quant’è importante l’istruzione per le ragazze, perché una donna istruita è una donna che ha potere, una donna che dà generosamente, una donna in grado di partecipare pienamente allo sviluppo della nostra nazione. Dobbiamo contribuire a creare una nuova generazione di donne che ispirerà quella successiva.
Dobbiamo incoraggiare le ragazze affinché dicano alle loro future nipotine: “Agri yumma! Agri!”