“Da bambina ero una combina-guai.”, racconta la giovane donna ridendo sommessamente, “E avevo una star: ero la star di me stessa.” Guardo l’intervista televisiva a Fatoumata Diawara, intervallata da brani di performance ora intense e vibranti, ora scatenate e piene di un’energia irresistibile, e penso che è un’artista straordinaria. Ha imparato a suonare la chitarra da sé e di quando compone dice: “Ci siamo solo io, la mia voce, e un piccolo angelo che mi sussurra all’orecchio.”
Fatoumata Diawara ha trent’anni ed è del Mali, un paese in cui sta infuriando una guerra e in cui la paura cresce: “Avevamo sentito del nuovo gruppo islamista in Mali, ma penso che solo ora stiamo comprendendo quanto seria sia la situazione. Le cose sono davvero cambiate, l’energia delle persone a Bamako (la capitale, nda.) è cambiata. E poiché in Africa gli uomini se la passano comunque meglio delle donne, la mia preoccupazione è che gli uomini non affrontino questa situazione e permettano al gruppo islamista di separare il nord del paese, perché le cose che questo gruppo vuole non avranno un grosso impatto sugli uomini, ma ne avranno uno terribile sulle donne.”
In un’altra intervista (“Fatoumata Diawara Sings for Peace and the Emancipation of Women in Mali”, di Marco Werman per The World, 15.1.2013), Fatoumata spiega che con un sistema politico quasi completamente collassato, agli abitanti del Mali non si propone alcun modello di società che non sia militarizzata. Per questo molti di essi stanno guardando ai musicisti come guide: “Il popolo del Mali guarda a noi. Hanno perso completamente fiducia nella politica. Ma la musica ha sempre portato speranza nel nostro paese, è sempre stata forte e spirituale, ed ha un ruolo molto importante. Perciò, nella situazione attuale, la gente guarda ai musicisti per ritrovare un senso, una direzione.”
Il mese scorso, Fatoumata ha deciso di rispondere a questa richiesta e assieme ad alcuni dei migliori musicisti del Mali ha registrato a Bamako una nuova canzone. “Maliko”, così si chiama il pezzo, ha messo insieme artisti come il suonatore di kora Toumani Diabate, il chitarrista e cantautore Habib Koite e la leggendaria cantante Oumou Sangare. “Maliko” fa due richieste: la pace e l’emancipazione delle donne del Mali. “Perché – ribadisce Fatoumata – se c’è una jihad nel nostro paese, gli uomini saranno sempre in grado di fare compromessi con altri uomini, ma le condizioni di vita per le donne diventeranno durissime.” E’ difficile prevedere che impatto possa avere una canzone, ma Fatoumata Diawara crede possa essere d’aiuto.
Non ho mai visto una tale desolazione. – dice fra l’altro il testo di “Maliko” – Vogliono imporre la sharia su di noi. Dite al nord che il nostro Mali è un’unica nazione, indivisibile.
Maria G. Di Rienzo