(tratto da: “How My Friend From Kabul Escaped an Honor Killing and Saved Her Life”, di Mahnaz Rezaie, dicembre 2012. Trad. M.G. Di Rienzo. Mahnaz Rezaie è nata in Afghanistan ed è oggi studentessa universitaria. La sua famiglia, sciita, fu costretta alla fuga quando i talebani salirono al potere nel 1996 e lei aveva otto anni. In Iran, dove avevano trovato rifugio, subirono ogni sorta di discriminazioni e anche l’istruzione di Mahnaz ne risentì. Nel 2001 hanno fatto ritorno in Afghanistan.)
Un “delitto d’onore” può accadere semplicemente perché una donna e un uomo si innamorano senza il permesso dei loro parenti anziani. In questo modo, romperebbero “codici morali fondamentali”. Io dico che rompono leggi patriarcali assurde. Ma quel che voglio sappiate è che alcune donne riescono a salvare le loro vite. Si nascondono e scappano. Un’amica di mia di Kabul ha fatto proprio questo. Chiamerò la mia amica “Samana” e il ragazzo di cui si era innamorata “Khalid”. Sarebbe troppo pericoloso usare i loro veri nomi.
Samana studiava ingegneria all’Università di Kabul. Khalid mandò i familiari da suo padre a chiedere di potersi fidanzare con Samana. Costui rifiutò e chiuse in casa la figlia. Le sue ragioni, così disse, consistevano nel fatto che Khalid era di un’altra “setta” islamica, e cioè sunnita, mentre la famiglia di Samana era sciita. Il ragazzo pregò il padre di Samana di ripensarci, ma quel che lui fece fu picchiare la figlia per aver “sfidato” i suoi convincimenti religiosi e culturali.
Samana era prigioniera nella sua stessa casa, ridicolizzata e torturata dai suoi due fratelli, da suo padre e da sua madre. Il più giovane dei fratelli, che era un tempo il suo miglior amico ed era sempre stato protettivo nei suoi confronti, ora le diceva: “Se vedo il tipo di cui ti sei innamorata qui intorno lo ucciderò.” Sua madre era stata pure una grande amica per lei. Ma ora la insultava, la malediceva e diceva piangendo che aveva svergognato l’intera famiglia: “Sei una ragazza sporca, ti sei innamorata di uno sporco sunnita. Ti ucciderò piuttosto di permetterti di sposarlo. Hai fatto sesso con lui all’Università, non è vero?” Le zie paterne visitavano la casa di Samana con scadenza settimanale per insultare lei e sua madre. “Questa ragazza ha rovinato le nostre famiglie. – disse una di queste zie – Cosa succederebbe se la gente venisse a sapere di questa schifezza?”
Ad un certo punto, un cugino di Samana si offrì di sposarla per salvare l’onore della famiglia. Contrattò sul prezzo di Samana come se lei fosse un pezzo di stoffa scadente. I genitori di Samana accettarono, ma lei coraggiosamente rifiutò. Nel mezzo di questo caos, Khalid si offrì di diventare sciita: il suo amore per Samana era più importante, per lui, di qualsiasi religione. Il padre di lei rifiutò ancora; le radici di Khalid, disse, sarebbero rimaste sunnite.
Fu allora che i due giovani progettarono la fuga. Samana riusciva a mandare messaggi a Khalid da un cellulare di cui la sua famiglia non conosceva l’esistenza, quando si chiudeva nel bagno. Una notte, sudando di paura, Samana lasciò la sua casa scappando dalla porta del cortile. Khalid l’aspettava in strada, in automobile. Per non essere perseguiti dalla legge afgana per “sesso fuori dal matrimonio”, i due si sposarono di corsa di fronte a un mullah, in una cerimonia religiosa detta “Nikah”. Poi lasciarono Kabul.
Il padre della mia amica vide solo sangue, quando questo accadde. Giurò che non avrebbe avuto pace sino a che non avesse ucciso la propria figlia e Khalid. Lui e i figli li cercarono dappertutto, ma non riuscirono a trovarli. Allora il padre sfogò la propria rabbia sulla moglie, riempiendola di botte perché “aveva allevato una ragazza immodesta”. Ha in seguito ufficialmente disconosciuto Samana come figlia.
Vi chiedete se sarebbe stato diverso qualora Samana si fosse innamorata di un ragazzo sciita? Probabilmente no. Queste famiglie “tradizionali” pensano all’amore come ad una vergogna e a un crimine. Vogliono matrimoni combinati. Pensano che una ragazza che si innamora senza il loro permesso, religione a parte, è sozza. In Afghanistan, gli uomini chiamano le donne con cui hanno relazioni di parentela “namous”, che significa “onore”. Ma qui l’onore ha il solo significato di controllare le donne e di giustificare la violenza contro di esse. Usano anche un’altra parola, “qeirat”, ovvero “zelo”. Gli uomini afgani dicono che questo “zelo” non permette loro di vedere le donne delle loro famiglie con uomini che hanno scelto da sole.