L’Italia sul podio: medaglia di cartone bucato per l’80° posto nella classifica del “Global Gender Gap Index 2012” (su 135 paesi). Il rapporto sul divario di genere nelle nazioni, misurato dal World Economic Forum sin dal 2006, ha lo scopo di provvedere una fotografia di “dove gli uomini e le donne si situano rispetto a diritti di base come la salute, l’istruzione, la partecipazione economica e politica”. L’Italia è scivolata indietro di ben 6 posizioni rispetto al 2011 e uno degli aspetti peggiorati notevolmente è il divario salariale (be’, non occorre vi dica chi guadagna meno fra uomini e donne, vero?).
Tanto per fare un esempio, sono messi meglio di noi nel garantire equità di genere Cipro (79), Botswana (77) e Brunei (75), ma possiamo consolarci – siamo almeno più bravi di Malta (88), perdinci! I primi quattro posti, come al solito, ruotano fra i paesi del nord Europa; quest’anno sono Islanda, Finlandia, Norvegia e Svezia. Credo che un grande plauso per aver garantito l’arretramento delle donne in ogni settore della vita pubblica vada al benemerito governo Berlusconi e alla sua Ministra per le P.O. (Povere Oche) Carfagna, e che degnamente lo abbiano seguito il governo Monti e la sua Ministra per i P.O. (Piagnistei Ostentati) Fornero. Adesso andate a votare Cinquestelle, mi raccomando, dove le tre donne che ci sono si definiscono “attivisti” e dove probabilmente pensano che il “gender gap” sia un complotto della massoneria. Maria G. Di Rienzo