PRIVILEGIATO
(testo e musica delle “Vagina Dentata”, trad. Maria G. Di Rienzo)
Tu non lo vedi, non lo noti, perché non ti tocca e l’ignoranza è una benedizione.
Non voglio che tu parli, non voglio che tu dica nulla: questa volta ascolterai.
Stai zitto e ricevi le mie parole. Tu non ti accorgi di essere privilegiato.
A te non rimarcano il fatto, se non sei poi così carino.
E ovviamente puoi andare dove ti pare e la miseria non è la tua realtà.
Tu non lo vedi, le nostre urla non le senti, perché sai di non essere tu,
non sei tu quello che viene terrorizzato.
Non voglio che tu parli, non voglio che tu dica nulla: questa volta ascolterai.
Stattene solo zitto.
A te non importa, tu puoi permetterti di pagare il dentista.
Tu non vieni trattato come un bambino e se parli gli altri ti ascoltano.
Tu non sai neppure quanto è facile la tua vita.
Tu non la vedi perché non ti ferisce, ma l’oppressione è dappertutto.
Non voglio che tu parli, non voglio che tu dica nulla: questa volta ascolterai.
Resta in silenzio e imparerai che a te non insegnano ad aver paura di notte.
Tu non vieni molestato dai poliziotti quando sei in giro, e tu puoi tenere per mano chi ami.
Tu hai già vinto e la partita non è ancora finita (tu dici che non possiamo) non è finita (saboteremo i tuoi piani): non – è – finita.
L’idea di “vagina dentata” nasce dalla profonda paura patriarcale della sessualità femminile. Se quelle con la vagina sono bestiali, streghe maligne e seduttrici, non del tutto umane, diavoli incarnati insuscettibili di ravvedimento, eccetera, immaginarsi che la vagina abbia i denti e sia pronta a castrare è un pensiero conseguente abbastanza logico.
Un gruppo femminile punk-metal belga ha scelto “Vagina Dentata” come nome e logo. Hanno un anno di vita ma dicono di “aver già messo i denti in tenera età”. Sono Crustina (voce), Wendy (chitarra e voce), Nina (chitarra) e Lie (batteria) e ci avvisano: “Siamo strisciate fuori dalla cantina in cui proviamo per fornirvi delle urla assordanti. Scappate finché siete in tempo. La nostra furia femminista la sputiamo fuori nei testi delle canzoni e nelle performance. Cantiamo di mestruazioni, terrore, violenza sessuale e rivoluzione. Nella nostra musica il personale e il politico vanno mano nella mano e l’attivismo e l’arte si fondono.” A quando un tour europeo, ragazze? Non vediamo l’ora di applaudirvi dal vivo! Maria G. Di Rienzo